martedì 26 giugno 2012

Paraguay e gli altri: Operazione Condor 2 - Precipitano avvoltoi su Siria ed Emilia



Convoco i popoli indigeni e i movimenti sociali dell’America Latina a formare un unico fronte e a unirsi nella difesa della democrazia in Paraguay e del presidente Lugo. (Evo Morales)
Prendete l’esempio della monarchie reazionarie del Marocco, o dell’Afghanistan. Tutti i comunisti degni del nome  le devono difendere in caso di aggressione delle potenze coloniali. In altri termini, si deve stare dalla parte del più debole e mai abbaiare contro di lui insieme agli sciacalli imperialisti. (Vladimir Lenin)
Il giorno in cui vediamo la verità e cessiamo di dirla è il giorno in cui incominciamo a morire. (Martin Luther King)
La cosa più importante nel bottino della vittoria è il privilegio di scrivere la storia. (Mark Alexander)
Essere ignoranti della propria ignoranza è la malattia dell’ignorante. (Amos Brenson Alcott)

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Scusate gli spot, ma conviene vedere e, a me, conviene far girare per continuare a operare.

Condor II, capitolo secondo

Siamo al secondo colpo di Stato, dopo l’Honduras, del Premio Nobel per le Sette Guerre, Barack Obama. Di cui “ a sinistra”, mentre se ne avalla lo stupro della libera Siria, si esalta la disponibilità ai diritti civili delle coppie gay, mentre nel giorno del golpe in Paraguay, il “manifesto” celebra in prima pagina e con megafoto la “civiltà romana” del Gay Pride (di cui è perlomeno azzardato dire che sia di sinistra). A ognuno le sue priorità. Qui ripercorriamo brevemente gli eventi in Asuncion e poi ne illustriamo i retroscena. Fernando Lugo, vescovo autospretato, detto “il vescovo dei poveri” per il suo impegno sociale, nel 2008 è eletto trionfalmente alla presidenza del Paraguay, paese incastonato tra Brasile, Argentina e Bolivia e obiettivo strategico degli Usa nella ripetizione dell’Operazione Condor (dittature latinoamericane anni ’70-’90). Questa volta per la sua posizione a cavallo del massimo aquifero del Sud America, il suo potenziale agroindustriale in chiave OGM, la sua posizione di cuneo tra Stati sfuggiti al controllo Usa: Argentina, Brasile, Bolivia, Uruguay… Alle elezioni per le due camere del parlamento stravincono però le forze politiche dell’oligarchia latifondista, eredi coerenti del dittatore nazista Stroessner che aveva governato per 35 anni, legate agli Usa, prone alle multinazionali, sostenute da un apparato politico, mediatico e militare che Lugo non ha saputo bonificare, nonché dalle spie Usa annidate nell’Ong USAID e nelle Ong europee, e da quelle operanti nell’ambasciata Usa.


giovedì 21 giugno 2012

Dateci Assad, dateci Tsipras, toglieteci Napolitano (e i canarini di guerra)

Cari amici, lo so: siamo lunghi, lunghissimi. Cosa non buona, nei tempi dei saettanti twitter, degli sms criptati in frasette belle magre, quasi anoressiche, delle sveltine pubblicitarie interrotte dalle lungaggini dei programmi, dei face book „Oggi ho annusato la primavera. E tu?“ Capisco che una roba che pretende una curva dell’attenzione meno corta dei sette clic sul telefonino risulti indigesta. Capisco chi si ritira. O, se no, fate finta che sia la serie settimanale dei post di Grillo e suddividete la lettura su 7 giorni. Prometto che prima non ricompaio.






La Siria di allora, come lo è anche adesso, era il nucleo più potente della resistenza araba all'occidente…. Noi (Israele e America, ndr) abbiamo fatto tutto ciò che era possibile contro l'Iran e contro la Siria. Ora è dal maggio 2011 che stiamo cercando di destabilizzare il suo regime.... Dobbiamo continuare a mantenere alte le fiamme che abbiamo acceso e farla bruciare internamente. Noi non possiamo rinunciare ai nostri interessi e dobbiamo continuare e destabilizzare la Siria per ottenere ciò che vogliamo. (Henry Kissinger). Il resto del testo, ovviamente ispiratore dei miliziani mediatici di cui qui appresso, conviene che vi precipitate a leggerlo in fondo)






Dobbiamo passare all’offensiva. Il nostro obiettivo è schiacciare il LIbano, la Giordania e la Siria. Il punto debole è il Libano, poichè quel regime islamico è facile da destabilizzare. Creeremo lì uno Stato cristiano, dopodichè schiacceremo le armate arabe e la Siria ci cadrà in mano. (David Ben Gurion, premier israeliano).






Il cambio di regime è ovviamente il nostro obiettivo in LIbano e Siria. Ci sono tre modi per raggiungerlo: il dittatore cambia posizione; viene travolto dal suo popolo infelice; o, se costituisce un ostacolo per l’esterno, l’esterno lo elimina. (JINSA, Istituto Ebraico per gli Affari di Sicurezza Nazionale, Washington)






Diventiamo schiavi nel momento in cui consegniamo le chiavi della definizione della realtà interamente ad altri, che siano gli affari, una teoria economica, un partito politico, la Casa Bianca, o la CNN. (B.W.Powe)












Damasco per Assad, giugno 2012






Siria, trincea dell‘umanità


Dunque, sabato 16 a Piazza del Popolo di Roma, è andata alla grande. Con grave scorno della muta di sciacalli che avevano cercato, col terrorismo della diffamazione e della menzogna, irrimediabilmente fascista, di intimidire organizzatori e relatori e scoraggiare solidali e pubblico. Hanno toppato, non riuscendo nell’intento e, anzi, facendo montare la mobilitazione e, così, coprendosi del fango che il ventilatore di verità installato a Piazza del Popolo gli ha rimandato addosso.




Onore e grazie a Ouday Ramadan, comunista siriano, ideatore e organizzatore principe e irriducibile dell’evento onorato dai migliori degli italiani, per quanto minoranza assediata dalle catapulte di menzogne e calunnie di una conventicola decerebrata, o collusa con gli sterminatori di popoli e classi. Sotto gli enormi striscioni con la bandiera siriana e il volto di Bashar el Assad, che coloravano di sè tutta la piazza, centinaia di persone (e ci voleva coraggio!) in rappresentanza degli onesti hanno svergognato, nel cuore della colonia imperiale, aggressori, assassini, genocidi, scherani governativi, ignavi, bugiardi e utili idioti. E rappresaglie Digos.

giovedì 14 giugno 2012

Corvi, cornacchie e avvoltoi



I crimini degli Stati Uniti sono sistematici, costanti, feroci, cinici, ma poche persone ne hanno parlato. Dovete ammetterlo: l'America pratica a livello mondiale una manipolazione clinica del potere, mentre si traveste da forza per il bene universale. E' un brillante, perfino umoristico, atto di ipnosi di altissimo successo. (Harold Pinter, Premio Nobel per la Letteratura)

La nostra società è governata da psicopatici per obiettivi folli. Credo che siamo gestiti da maniaci per i loro scopi maniacali e penso di rischiare di essere rinchiuso come matto per esprimere tale pensiero. E' questa la misura della pazzia. (John Lennon)

L'unico progetto che ci dà speranza è la frantumazione della Siria... E' nostro compito precipuo prepararci a quel progetto.Tutto il resto è insensato spreco di tempo. (Zeév Jabotinsky, dirigente sionista, 1915)


Una breve premessa. Seccati dallo spappolamento dell’apparato di menzogne intessuto a copertura dell’aggressione alla Siria, alcuni omuncoli e quaquaraquà si accaniscono nello stile Gasparri-Santanché contro coloro che si permettono di uscire dal rassicurante (per carriera, prestigio e remunerazione) coro dei lacchè mediatici Nato. Prendono di mira specificamente me e soprattutto Marinella Correggia, una giornalista che trovate in rete o sul “manifesto” e che ha lo smisurato merito di saper scientificamente, da professionista anziché da garzone di bottega, disintegrare le montature e diffamazioni che l’Impero rovescia - e fa rovesciare ai suddetti velinari -su governi e popoli da sgretolare e far scomparire. C’è tale Amedeo Ricucci, occasionalmente inviato Rai di Minoli, che, savianescamente, prima si costruisce un piedistallo di credibilità ribadendo alcune, ormai scontate, smentite circa i crimini Gheddafi, poi colpisce sotto la cintura i boccaloni con le mazzate del menzognificio imperiale sulla Libia e sulla Siria. Fa sorridere il suo tentativo di dare a noi dei fanatici di Gheddafi e di Assad, il classico bue che dà del cornuto all’asino (vedi il suo blog). Poi c’è un Carneade, un ominicchio zavorrato di trotzkismo d’accatto, che da decenni cerca di emergere a un qualche significato politico, inventandosi gruppi, comitati, partituccoli che, inconsistenti come la neve, ci mettono poco a sciogliersi al sole delle cose serie. Si chiama Germano Monti, lo immaginiamo scrivere a quattro mani con la splatterona del Tg3 Lucia Goracci, passare per l’OK da Gad Lerner o Roberto Saviano, farsi dare un buffetto da Hillary. E' riuscito a fratturare e inquinare, con un suo Forum Palestina, quello che in buon parte è un rispettabile arcipelago della solidarietà palestinese.


martedì 5 giugno 2012

Pasolini sapeva perché ragionava, loro sanno perché fanno, noi non sappiamo perché non vogliamo sapere


Non fateci sognare, svegliateci! (Altan)
Emozionatemi, sennò mi tocca pensare. (Altan)
Pensate alla stampa come a una grande tastiera su cui il governo può suonare. (Joseph Goebbels)
Non è una nostra strana cecità quella di insegnare pubblicamente le tecniche della guerra e di premiare con medaglie coloro che dimostrano di essere i migliori assassini? (Marchese de Sade)




L’uomo della provvidenza, il nero che avrebbe sbiancato tutto il nero della banda Bush e del suo complesso fondamentalista-militar-industriale, il presidente del rinnovamento e del riscatto dall’oscurantismo sociale, morale e culturale (“il manifesto”), che avrebbe limato le zanne a Israele, che avrebbe frantumato il monolite atlantico in multipolarismo, che stava risanando il mondo capovolgendo il New American Century guerrafondaio e totalitario, proprio come Monti avrebbe risanato l’Italia delle nefandezze berlusconiane, eccolo qua. Andersen lo avrebbe fatto denudare da un bambino. Obama s’è spogliato da solo e la nudità apparsa è spaventosa. Bush come Berlusconi o Sarkozy, Obama come Monti o Hollande: prima ti piazzano sul collo un cretino senza scrupoli per fare il lavoro grezzo della scarnificazione Poi, quando costui è definitivamente sputtanato e respinto, tirano fuori il bello, il bravo, il nero, il sobrio, a rifinire e scuoiare. Ne parliamo dopo

Terremoti
Premessa. Il “manifesto” strepita nuovamente “aiuto!”, ma stavolta davvero con l’acqua pompatagli alla gola da chi ne vuole la scomparsa per suoi interessi rozzi e nefandi. La potenziale platea per un giornale di “sinistra” di questi tempi occupa praterie vaste come la Padania e di questa soffre le scosse sismiche di 6°, 7°, 8° grado innescate (come forse anche quelle dal sottosuolo bombardato da trivelle e manomissioni varie) da mandanti impegnati in decostruzioni e abiettamente remunerative ricostruzioni. Cosa credete, che a ridere del terremoto all’Aquila siano stati solo due cialtroni speculatori e non anche chi prepara un volgo disperso che nome non ha, distruggendo e atomizzando comunità in nome del dominio assoluto? Dicevano al sismologo Giuliani, annunciatore del sisma, che era un demente mitomane e che i terremoti non si possono prevedere. Ma, trasformati in ossimori, alla vigilia della catastrofe abruzzese spergiuravano (e turlupinavano) che nulla sarebbe successo. Se i terremoti non si possono  prevedere, come hanno fatto a prevedere che non ce ne sarebbero stati?


Torniamo  al “manifesto”.  Pur nella contingenza favorevole descritta, l’unico quotidiano rimasto a sinistra non vende che meno di 10mila copie, compresa la mia, che ci tengo da quando si estinse il fratello “cattivo”, “Lotta Continua”. Cosa leggono i tre milioni dell’adunata 2003 per l’art.18, o i 100mila delle manifestazioni d’ottobre 2011, o i 40mila No-Tav, o il 35% dei giovani senza lavoro? Qualcuno, per disperazione, legge “Il Fatto”, magari fino a quando non arriva alla vomitevole pagina degli esteri. Ma quella è uguale all’internazionale del “manifesto”. Due cavalli di razza nella cavalleria che interviene sui fianchi dei reprobi e  spara diritti umani e democrazie su Stati e popoli non conformi, a sostegno morale delle guerre  Nato-Al Qaida. Ne sanno qualcosa Serbia, Iraq, Libia, Siria, Myanmar, l’Algeria, l’ex-presidente della Liberia Charles Taylor, testè condannato a 50 anni dal Tribunale (etico, come la banca) Criminale Internazionale: s’era peritato di sfidare inglesi e francesi impegnati nella caccia ai diamanti nella neocolonia Sierra Leone, raggiunge gli altri 6 capi di Stato inchiodati da quella Corte. Nessuno dei quali di pelle bianca. Neppure Bush o Blair, tantomeno i vari stragisti Premi Nobel per la Pace. Alla gogna del tribunale è stato sottratto da tagliagole Al Qaida, fatti ufficiali giudiziari della Corte, Muammar Gheddafi. Ora puntano su Bashar el Assad. Su Ahmadinejad, Putin, Chavez, Morales, Correa, Castro, è aperto il fascicolo.


Lasciamo in pace “il manifesto” che, come quotidiano, non ci pare abbia di meglio, almeno per quanto riguarda le analisi e cronache sociali e Loris Campetti (non più con la scuffia per la CGIL) e, negli esteri, Manlio Dinucci, e Michele Giorgio (finchè, recando diritti umani, non traligna in Libia e Siria) e Tommaso De Francesco (finchè non ripete a disco rotto “contropulizia etnica in Kosovo”, o “ultranazionalisti serbi”) e Marco D’Eramo negli esteri. Ho sempre avuto l’impressione che, più delle persecuzioni di regime, di cui il quotidiano si dice vittima, gli facciano male certi ricorrenti infatuazioni, per Obama, per Hillary, per Hollande, per Bertinotti, per Vendola, per i circensi di ALBA, i “giovani rivoluzionari di Bengasi”, certi tragici svarioni dirittoumanisti che del sacrosanto e indispensabile internazionalismo hanno fatto carne di porco, letteralmente. E credo non suscitino, nella classe popolare di riferimento (?), né entusiasmo e neppure appetito, certe sconfinate elucubrazioni su un oscuro letterato del Kazakistan, su un film prodigio realizzato da due aborigeni del Borneo e neppure titoli così: Cartarescu, metamorfosi inquietanti ed epifanie nei casermoni di Ceausescu  (povero Ceausescu, quando ti ricupereranno alla verità?), Quentin Skinner e il Leviatano come forma mentis strutturata sulla retorica, Itinerario spaesato lungo il quale contesto urbano e linguaggio si corrompono: King Spin, Golden mummy, ma poi “euro” diventa “eolo”, Dall’ago per cucire parole e lembi che la morte slabbra, al “rinominare” ( e rinominarsi) come coraggio tragico: versi levigati, con spettri. Che si fa il popolo bue, piange o manda affanculo?


 Marinella Correggia, gli investigatori siriani, centinaia di testimoni oculari, i famigliari delle vittime, i video, perfino qualche dubbioso capo osservatore ONU, riluttante allo sputtanamento totale, hanno già riempito di contenuti la logica formale del cui prodest, a proposito del massacro dei 110 a Hula, 35 bambini. Non bastano i grugniti dei barbuti, raccolti nei covi dei mercenari e trasformati da Lucia Goracci (TG3) in invettive salafite contro Assad, a sommergere il frastuono delle voci di centinaia di famigliari delle vittime che tutte vivevano in quartieri leali al governo e si videro assaltati da una mandria di subumani urlanti “Allah u Akbar”, mentre sgozzavano e sparavano alla nuca. Non bastano le impudiche indignazioni e le minacce di rappresaglia alla libica di leader sguatteri o leader scagnozzi come Hollande, Cameron, Hillary, Merkel, Monti, a far sparire dai polsi di bambini dalla gola tagliata la fascetta con i colori della patria e dei patrioti. O a far dimenticare l’ormai pedissequa ripetizione della stessa commedia degli equivoci:  terroristi che fanno il botto per attribuirlo a “terroristi”. Una commedia messa in scena per far arrivare “democrazia e diritti umani” come li intendono a Wall Street e nei grandi consigli d’amministrazione.  Allo scopo occorrono suggestive immagini, raccapriccianti cronache, un bel po’ di donne sbranate e di bambini fatti a pezzi. Quindi raccapriccio, paura, alluvione emotiva, paralisi dei neuroni. Veridicità nulla, verosimiglianza sbrindellata, ma a cucirci le pezze basta il coro mediatico. Da Racak del Kosovo, come già ricordato nel precedente articolo, a Hula in Siria.


Gas e terroristi a Brindisi
E a Brindisi. Che a parte il suo effetto “vittime imberbi, innocenti  e femminili”, può avere, come suole tra i congiurati, un suo bersaglio simbolico-strategico. Lo ipotizza anche in rete “Informare”. C’è un gasdotto che non piace a Cupola e al suo vertice Usa, Il North Stream, che salta l’Ucraina, infida ricattatrice, e unisce la fornitrice Russia direttamente a Scandinavia e Germania. E lì c’era poco da sfrucugliare, visto il peso del partner tedesco, complice Usa nella liquidazione dell’Europa da buttare e colonizzare, ma dotato di qualche spazio di manovra.  Poi c’è il Nabucco, caro ai sopraddetti, visto che nasce e passa esclusivamente in paesi sguatteri o scagnozzi dell’imperialismo, un gasdotto da far fuori tutti gli altri. Ma, soprattutto, c’è il più odioso di tutti, il progettato South Stream che dalla Russia salta il Mar Nero, sbeffeggia tutti i soci Nato, passa per la Grecia, dove la gente picchia e la sinistra rigoglia, e sbarca a…Brindisi!  Con beneficio inaccettabile per il ruolo della Russia e l’indipendenza energetica dei paesi riceventi. L’Italia ne avrebbe potuto trarre lo stimolo per altri giri di valzer assicurati dall’autosufficienza energetica. Roba d’altri tempi. Roba da “sovranità nazionale”. Per il gasdotto dalla Libia s’è colpito il fornitore, per questo qua si terrorizza il destinatario. Non importa che coloro che con Mosca hanno deciso lo sfregio al sistema pipeline mondiale sotto controllo imperiale, Berlusconi e Scaroni (ENI), e colui che non lo ha cancellato, Monti, fossero ossequiosi famigli in Bilderberg e Nato. Importa che in questo caso hanno pisciato fuori dal vaso. Cosa che, Moro insegna, non è consentita neanche al più fedele degli Assistenti di Camera.


 I quali, del resto, il grande danno l’hanno saputo volgere in non indifferente benefici: chi parla più della macelleria sociale (anche offuscata dalla pietà per “chi sta peggio”, i terremotati d’Emilia)? Chi insiste a lamentarsi delle ininterrotte lacerazioni alla libertà e alla Costituzione operate dal Capo dello Stato? Chi riflette ancora sul fatto che il Fondo Salvastati Europeo è stato trasformato a Bruxelles e dalla BCE (promotori FMI e Draghi, colui che nel 1992 con Amato, Soros e la monarchia inglese iniziò la rovina d’Italia allestendone la svendita) in Fondo Salvabanche Europeo, con credito BCE illimitato? Chi si avvede che questa Unione bancaria  si mangerà quanto resta, dopo l’auto-annullamento nel Patto Atlantico (da Chicago in poi: Patto Atlantico-Pacifico), dell’ultima cosa pubblica, quella costruita dai popoli, la sovranità nazionale? Chi ascolta più il sussurro di Monti , Di Paola e Terzi che saremo dentro la “coalizione dei volenterosi”, quando si tratterrà di radere al suolo la Siria, magari utilizzando la megabase di droni da cui a Sigonella si partirà per genocidi vari e, perfino, i 7 droni Predator italiani ultratecnologici che, grazie all’autorizzazione di Obama, pochi giorni fa, di munirli di bombe laser e missili “Hellfire”, ora passano dall’”Osservazione” alla disintegrazione. Per ora servono a incenerire villaggi nelle valli afghane e pakistane. Ma anche da noi ci sono valli che si prestano. Quella dei droni, massacro planetario senza pilota e senza perdite proprie, è la guerra di  Obama, cretino. Non c’è più nemmeno bisogno dei fulmini da basi spaziali per sgretolarti ovunque ti trovi. Hanno incominciato polverizzando in Yemen un cittadino statunitense, predicatore perciò sospetto, e poi suo figlio.


Serialkiller
La notizia in assoluto più importante e agghiacciante è quella di un Obama che ogni settimana compila una lista di persone da assassinare. Nessuno dei nostrani struzzi e sciacalli ne ha parlato, salvo “Il Fatto” e il “manifesto” in un articoletto su due mezze colonnine del 1.giugno. In compenso, sono giorni che il quotidiano “comunista” ci elargisce paginoni interi sugli uomini che ammazzano le donne. Fenomeno sociale vero e drammatico, ma che, per un minimo di equilibrio andrebbe affiancato, non tanto a quello delle donne che uccidono uomini, o delle madri infanticide, quanto allo sterminio di massa operato da mandanti donne che, ovunque spuntino al potere, sanno dare il meglio dei due generi, perlopiù a particolare detrimento di donne e bambini: Albright, Clinton, Susan e Condoleezza Rice, Nancy Pelosi, Sarah Palin, Meir, Livni, Ghandi… E anche di quelle che, nel loro piccolo, sono sostenitrici di violenze piscofisiche che si inseriscono nella stessa logica: Santanché, Cancellieri, Merkel,  Lagarde, Bonino, Gelmini… Lo scrive uno che è stato a Ciudad Juarez e ha visto il femminicidio, ha visto donne vere alla testa di tutte le lotte e le ha raccontate in un film.


Chi non ravana nella rete, difficilmente avrebbe saputo che il Comandante Supremo dell’Occidente, il garzone portacaffè  di Wall Street, s’era erto a portaordini dello stesso consesso e avrebbe ordinato alla FEMA, la protezione civile, – decreto presidenziale, come quelli di Monti. Perché?, il parlamento non ce l’ha neanche il Qatar – di costruire in tutti i 52 Stati dell’Unione campi di concentramento, detti di internamento, sul modello sudafricano, nordirlandese. Niente imputazione, niente avvocato, niente processo, niente fine pena, basta il sospetto. Chissà domani, si passerà al modello nazista. Il passo è breve, tra le grinfie di militari e poliziotti torture e uccisioni “per collasso cardiaco” sono già pratica collaudata in tutta l’area della “comunità internazionale”. Se quello era un ulteriore scatto in salita, oltre il Patriot Act, Guantanamo, la società della sorveglianza totale, il mattatoio sociale, la narcoeconomia sul sangue dell’America Latina, le 7 guerre, il 70% delle spese militari del mondo (1.740 miliardi di dollari, 30 dall’Italia per le missioni di pace e gli F35) e il sistematico pestaggio degli obiettori, quello rivelato giorni fa dal “New York Times” è la conquista di un gran Premio della Montagna.  Il Times è giornale sionista  e guerrafondaio, perciò non di denuncia si tratta, ma di intimidazione all’universo mondo.


Succede come col tè delle vecchie signore. Ogni settimana, pare il mercoledi, tra una messa e l’altra, con un convivio di gentiluomini di tutti i servizi di intelligence e di provocazione. A proposito di questi Usa, chiamati da Dio a rendere felice l’umanità spadroneggiandovi, si sa, il papa non ha niente da dire: come farebbe, cavalcando i 13 milioni fatti spendere a noi per la gita a Milano, i 5 per quella ad Arezzo? Come farebbe, mentre annaspa in una fogna di malaffare e in notti dei lunghi coltelli, manco fosse la banda della Magliana, del resto consanguinea. Lui fa la sua parte impersonando, sia una monarchia assoluta, di quelle che gli emuli del Golfo vogliono imporre all’eresia laica e pluralista della Siria, sia la voce morale suprema, che esprime l’universale rovello: perché Assad non la smette con le violenze e perché Gheddafi massacrava la sua gente? Ha detto qualcosa su Abu Ghraib, Ratzinger? O su Israele a Gaza? Porca miseria, m’è sfuggito.


Dunque quel mercoledì alla Casa Bianca si uniscono a Obama i massimi esperti di terrorismo. Quello che si dice dovrebbe combattere contro Al Qaida, a partire dalle Torri Gemelle, e a partire da Kosovo, Bosnia, Cecenia, Afghanistan, Libia, Siria, Libano, effettivamente combatte  con Al Qaida. Il parlamento non c’entra, neanche i ministri, neanche i governatori degli Stati. C’è il decreto presidenziale. Come per i campi di internamento, come per la tortura. Si compila la Kill List, l’elenco degli assassinandi, con Obama il più solerte a aggiungere nomi e, comunque, quello della parola Wall Street-Pentagono finale. I cento membri del più elefantiaco, repressivo e terroristico apparato di “sicurezza” statunitense propongono, suggeriscono, consigliano, propendono. Obama decide e firma. Ordine del giorno: esseri umani da eliminare. Cittadini degli Usa e altri. Senza accusa, senza giudizio, senza condanna, perlopiù, appunto, con l’asettico sistema del joystick manovrato in Nevada. Droni. Quando non si debbano rischiare commandos, o brigantaggio locale, come in Siria, dove è stata finalmente riconosciuta la presenza di tagliagole delle SAS britanniche. Nel mirino, “sospetti di terrorismo”, o suoi “fiancheggiatori”. Sospetti, capite? Come quelli che per la Cancellieri sono i manifestanti No-Tav. O coloro a cui qualche superesperto Digos appioppa il termine “anarco-insurrezionalista”. O chi dice male di Marcegaglia e dei suoi inceneritori vendoliani. Non ci vorrà molto che Landini o Grillo entrino nel novero. I loro equivalenti in Grecia e Bahrein lo sono già. Vi siete sbilanciati a scrivere che la mafia strangola per spremere, mentre Monti tira via lo sgabello da sotto ai piedi dello strangolato? Avete detto al bar che Napolitano appoggia carri armati, radia comunisti, ci manda in guerra, danza con Berlusconi, usurpa la Repubblica con Monti e non è neanche un buon oratore? Vi agitate in piazza per l’acqua pubblica e per non finire sotto un treno a lame rotanti? Male ve ne incoglierà. Il sospetto non ve lo leva nessuno.
La piovra Goldman Sachs


Scrive Marco d’Eramo e si sente che lo fa con i brividi per la schiena: I burocrati raccomandano, ma l’ultima parola spetta a Obama che firma di sua mano la condanna a morte di questi “sospetti terroristi”… Da notare che nessuno di loro è mai stato condannato da nessun tribunale. Letteralmente il presidente degli Stati Uniti si arroga l’ìnsindacabile diritto di vita o di morte su qualunque essere umano di questo pianeta… sentenza segreta e quindi inappellabile, né criticabile. E’ l’introduzione del potere assoluto. E’ la vendetta sulla rivoluzione francese, è il gigante Robespierre ri-ghigliottinato. Sono i monarchi dell’ Ancien Régime umiliati che si limitavano a ordinare indiscutibili carcerazioni, non assassinii. Si capisce l’osmosi tra Usa, noi volenterosi e i tiranni medievali del Golfo, nell’odio per le classi ontologicamente creditrici ed escluse, e per Stati di diritto (chiamati “dittature”) a sovranità popolare, che rifiutano il colonialismo sociocida. Come già avevano fatto liberandosi nel secolo scorso di globalizzazioni lunghe dalla Compagnia delle Indie fino a Elisabetta II. A riprovarci si deve sapere che si finisce come Gheddafi. Pensate che sia stato un capriccio culturale diffondere in tutto il mondo l’immacolata  e sofferente figura del Dalai Lama (con i sofferenti ci si marcia, pensate a Gesù in croce, spodestato dal suo Regno come il Dalai Lama). Come non potevano non somministrarci il modello ineffabile di un sovrano semisanto che la volontà divina ha voluto successore di una dinastia aristocratico-monacale che sui sudditi, poveri e ignoranti, esercitava il diritto di vita e di morte, ne rapiva i figli, su essi esercitava una specie di jus primae noctis e seguenti, ne faceva uso in guerra, gli negava istruzione e salute e le scuole erano esclusiva dei ricchi. Come quelle del merito e dei paganti di Gelmini e Profumo (o Berlinguer o De Mauro), finalizzate a produrre 1 manager e 9 sicari su ogni 10. Tutti gli altri, stupidi e alla macina. Con Obama e i suoi sguatteri e coloro che ne muovono le fila, ci siamo quasi. Con la differenza che questi qua hanno modo, mezzi e gusto di ammazzarne milioni di più.
David Rockefeller, Bilderberg, capo-mostro


Bilderberg: punto finale dell’Ordine del giorno
Siamo, con l’immancabile esasperazione estremista di quei padroni che si sono riuniti in cosca planetaria (Bilderberg, mafia, massoneria, Vaticano, islamisti) e fanno ricorso a strumenti  in continua evoluzione di tecnologia repressiva e culturicida, militare e sociale, alla fase che l’Europa tradusse in pratica mondiale con la già menzionata Compagnia delle Indie. Con seguito di lanzichenecchi, introdusse e diffuse per il globo terracqueo l’ideologia liberista: libertà di commercio, di stampa, di libera navigazione, di libero scambio, tutte però gestite da poteri burocratici  totalitari, mentre il potere reale si andava trasferendo dalle dinastie regnanti alle imprese mercantili e alle banche. Dopo l’eliminazione parziale dalla scena del predecessore europeo, gli Stati Uniti, non rinunciando comunque a uno strumento militare via via più massiccio e incontrollato, al colonialismo politico hanno aggiunto quello finanziario-commerciale. Un potere impersonato dalle grandi corporations, riunitesi in oligopoli sempre più vasti, e strutturato alla fine in un Impero Globale corporativo che ha per cupola il complesso militar-bancario, per consiglio d’amministrazione consessi come la Bilderberg e per sudditi l’umanità. I suoi strumenti operativi? Sotto la guida del moloch ammazzastati Goldman Sachs, l ’armata degli usurai delle banche e loro ramificazioni, oggi chiamata “i mercati”, a controllo dell’emissione e della circolazione del denaro; l’esercito dei petrolieri che assicura gran parte delle residua possibilità di accumulazione e alimenta il sistema militar-industriale della Nato; unità di destabilizzazione psicologica (come la NED) o alimentare, attraverso i monopoli agroindustriali e le loro reti di supermercati e di fast food che condizionano nutrizione, denutrizione e intossicazione, di quelle farmaceutiche e biogenetiche che amministrano la salute e la sua distruzione; i bombardieri dell’industria elettronica e mediatica, a loro volta che, in cambio di decerebrazioni e depistaggi collettivi, sono sostenuti con la pubblicità delle corporations..


La Bilderberg si riunisce nei prossimi giorni, come sempre a porte chiuse e grembiulini indossati.. Negli anni ci sono andati e venuti mandatari italiani come gli Agnelli, la Bonino, Lucio Caracciolo, De Bortoli, Draghi, Martelli, Monti, Padoa Schioppa, Passera, Prodi, Riotta, Romano (scandalosamente premiato dal rispettivo Comitato del Premio Stefano Chiarini,  un po’ come il Nobel a Obama), Rossella, Scaroni, Barbara Spinelli, Tremonti, Tronchetti Provera, Veltroni, Visco. Per la prossima riunione strategica hanno avuto il privilegio di essere invitati, tra gli altri, Franco Bernabè, John Elkann, Mario Monti, Paolo Scaroni, Giulio Tremonti. E sapete chi sarà l’ospite d’onore? Ci avete preso: una dirigente del Consiglio Nazionale Siriano, l’opera buffa della Nato a Istambul, Bassma Kodmani. Sappiamo con chi prendercela. Questo è il mostro che gli fa da padrino. Si parlerà di come far fuori quest’irriducibile Siria. E se Hula non è bastata, vedremo Al Zawahiri che, con numeri telefonici di Assad nel turbante, accende la miccia sotto il trono di Elisabetta (donna più ricca del mondo con 17 trilioni di sterline, giubileo pagato dai sudditi con 3 milioni). Scherzo. Se Rockefeller è il padrino, quella è la madrina. Semmai il botto lo fanno su un aereo di linea pieno di monaci tibetani adolescenti, sulla falsariga di quanto previsto nel 2002 dal Piano Northwood del Pentagono Usa, quando si inventarono finti cubani seminare morte e distruzione in mezza America.  Si insisterà sulla mistificazione sunniti contro sciti, ora estesa anche al Libano dai vecchi arnesi salafiti, infiltrati Cia-Mossad, che avevano provocato la strage nel campo palestinese di Nahr el Bared nel 2007 e recentemente si erano specializzati in stragismo dinamitardio a Damasco e Aleppo. Solo il 2 giugno 20 morti negli scontri a Tripoli con le forze patriottiche. Qui, la coalizione tra invasati islamisti manovrati e il fiduciario saudita Rafiq Hariri, caporione dell’opposizione “Futuro”, si propone di liquidare Hezbollah e aprire un fronte alle spalle della Siria.


Scontro confessionale alimentato dalle centrali del divide et impera che maschera il complotto imperiale per frantumare l’intero Medioriente e sviluppare un ampio mercenariato sunnita da lanciare sull’Iran. In questo contesto, dalla dominante confessionale, si promuoverà la definitiva sostituzione del panarabismo nazionalista, laico e progressista arabo, con il panislamismo che gli Usa coltivano fin dalla rivolta contro i sovietici in Afghanistan. Vanno ricordati i milioni di libretti jihadisti dall’islamismo più integralista, con dettagliate istruzioni per ogni sorta di crimine terrorista contro infedeli, redatti e stampati negli Usa e distribuiti ai mujaheddin, come anche le scuole coraniche sostenute dai finanziamenti CIA e NED. Gli islamisti, dai Fratelli Musulmani ai salafiti e ad Al Qaida, puntano all’Umma, la grande comunità islamica che comporta l’eliminazione degli Stati nazionali sovrani. Stati trincea sia contro l’imperialismo, sia contro la congerie, altrettanto capitalista, dei teocrati, ebrei o musulmani che siano. Stati nazione che si sono messi a picconare anche gli utili idioti “sinistri” dei vari municipalismi dal basso e moltitudinarismi. Al punto da chiamare sprezzantemente “ultranazionalisti” coloro che in Serbia tentavano di arginare lo sfacelo del più progredito Stato multinazionale d’Europa e, alla fine, la liquidazione di loro stessi, in quanto “ultranazionalisti”.


Sic stantis rebus che vogliamo fare? Ce l’avete una soluzione che non sia la rivoluzione? Occhio, siamo al mezzogiorno di fuoco, Obama ha già il dito sul grilletto. E non è Bud Spencer.




Massima attenzione! Il 16 giugno a Roma, in Piazza del Popolo dalle 16.00, manifestazione per la Siria. Ovviamente la Siria giusta. Nel relativo manifesto è detto che sono vietate le bandiere fasciste. Divieto che io ritengo esteso a tutto ciò che a che fare con simboli, slogan, facce e atteggiamenti fascisti, di Forza Nuova, Casa Pound, Eurasia, Fronte Nazionale e congreghe del genere. Noi sappiamo la natura antropologica, prima ancora che politica e culturale, di questa gente. Noi sappiamo che il fascismo è l’antitesi della libertà individuale e dei popoli, che nella  lotta di classe sta dall’altra parte, che è il rovescio dell’uguaglianza in gerarchia. Ma purtroppo qualcuno in Siria non lo sa. Lo si comprende, la situazione determinata dalla diserzione delle forze che storicamente  rappresentavano autenticamente giustizia, libertà, emancipazione e la lotta per conquistarle, ha isolato la Siria dalla doverosa e vitale solidarietà nel Nord del mondo. In questo vuoto si sono infilati fascisti, destri, reazionari, chauvinisti, anti-ebrei. “Antimperialisti” dell’ultima ora che sciacallaggiano sulla piaghe aperte della Siria, della Palestina, della Libia. Un antimperialismo che non è che antiamericanismo con retroterra nazi-carolingio. Molte brave persone, animate da giusta passione e ragione, pur di rimediare alla vergogna dei pacifinti di complemento della Nato, hanno aderito e partecipato a manifestazioni per la Siria in cui non si guardava tanto per il sottile. In alto, la banda che vorrebbe l’olocausto siriano se la ride. Si sa bene quale vantaggio tragga la banda, e quale detrimento la Siria in resistenza, dal dito puntato da figli di brava donna e utili idioti sui “fascisti che sostengono il dittatore Assad”. E’ ora di reagire e di far capire certe cose anche ai siriani, memori del fascismo in salsa ottomana, britannica, francese e israeliana, sofferto da quel popolo.




Notiziole: Il 15 giugno a Bologna, “Serata Iraniana di Sostegno”. Il cenacolo con Lambrusco è  dedicato sia all’Iran “schiacciato dalla dittatura degli ayatollah”, sia al “manifesto” in ambasce per la fuga di contributi e lettori. Suona la tromba della carica a una nuova “rivoluzione verde” della classe chic di Tehran, la ovvia Marina Forti, orchestrale Sion di primo piano.


La correligionaria di Forti, Christine Lagarde, è direttrice del Fondo Monetario Internazionale. Quello che infila i paesi nel tritacarne degli “aggiustamenti strutturali” e continua a battere le mani a Monti. Il suo stipendio annuale è di netti 467.940 dollari, esentasse. In compenso  riceve un bonus annuale di 83.760 dollari, esentasse, per le varie ed eventuali. E’ da capire: il suo posto è fisso solo per cinque anni

Aggiungo un esame dei fatti di Hula inoltrato da Marinella Correggia. In fondo c’è un comunicato che annuncia l’adesione di Filippo Fortunato Pilato, “Syrian Free Press”, a Forza Nuova.
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Da Marinella Correggia
Il generale siriano Sleiman, responsabile dell’inchiesta governativa sul massacro di bambini e famiglie avvenuto a Houlé il il 26 maggio ha reso noti i risultati preliminari, basati su “dichiarazioni di testimoni oculari presenti sui luoghi e studio di indizi criminali e militari”.
 Dopo la preghiera del 26 maggio da seicento a ottocento uomini armati avrebbero attaccato i check point delle forze dell’ordine nel villaggio di Taldo, usando anche cannoni di mortaio. Le forze dell’ordine avrebbero risposto. Al tempo stesso bande armate si sarebbero disperse nei dintorni, raggiungendo i check-point vicini all’ospedale di Taldo e all’orologio.  Avrebbero massacrato famiglie vicine al deputato Abdel Karim di Taldo che ha partecipato alle elezioni legislative del 7 maggio boicottate dall’opposizione.  Le famiglie massacrate sarebbero note per essere pacifiche e vicine al regime. I cadaveri - compresi quelli di uomini armati - sarebbero poi stati trasportati e ammucchiati nella moschea.
Un altro gruppo armato si sarebbe diretto poi su Shumariyeh – pochi chilometri – e avrebbe massacrato famiglie di religione sciita, anch’esse vicine al regime, sempre portandole nella moschea. In seguito sarebbero stati mostrati al generale Mood della missione degli osservatori Onu, che il governo dice di aver invitato ad andare sul posto una volta avuta notizia del massacro. L’osservazione dei cadaveri mostrava che erano stati uccisi tutti da vicino con coltelli o pistole, nessuno sembrava essere stato ucciso da un bombardamento. 
I quartieri dove si sono svolti i massacri sarebbero stati sotto il saldo controllo delle bande armate, mentre l'esercito non vi sarebbe entrato né prima né dopo la strage.
L'obiettivo dell'operazione sarebbe provocare l'intervento militare e umanitario nel paese e creare una zona libera da qualunque controllo dell'esercito.
In una preliminare dichiarazione di giorni fa, Hervé Ladsous sottosegretario Onu per il peace-keeping sosteneva che “ci sono sospetti che combattenti pro-Assad siano responsabili di alcune delle uccisioni”, aggiungendo di non aver ragione di credere che “elementi terzi” – o forze esterne – siano coinvolti, ma al tempo stesso di non poterlo escludere. 
Luis Fonseca, corrispondente dalla Siria di Prensa Latina, ha dato un altro resoconto: “Abbiamo visitato l’area con alcuni giornalisti e gli osservatori Onu. Diverse persone, gente del popolo, mi hanno detto che gruppi di terroristi hanno approfittato degli scontri fra esercito e armati per fare la strage nelle case dando la colpa al governo. Hanno anche usato Rpg per rompere i muri facendo credere a colpi di artiglieria dell’esercito”.
Madre Agnès-Mariam del Monastero di Qara ha  chiesto di mettere i testimoni a confronto: “Credo sia una dolorosissima montatura.  Perché il regime dovrebbe fare harakiri da solo ordinando o permettendo un simile orrore sapendosi già sull’orlo di un attacco?”.
Padre José del centro di informazione cattolico  Vox Clamantis scrive di aver saputo da un testimone oculare che il 29 maggio verso le 5 del mattino bande armate sulla strada di Qusayr hanno attaccato la polizia nel villaggio di Dmeineh dove abitano 400 famiglie greco-cattoliche. Gli scontri sono durati più di due ore e due case sono state colpite. Uccisi un poliziotto, sette miliziani, vari feriti. Gli abitanti di Dmeineh stanno cercando di andarsene, come hanno lasciato Kusayir e i quartieri cristiani di Homs.
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Articoli e Comunicati
Filippo Fortunato Pilato aderisce a Forza Nuova
Inviato da RedazioneFiore il Gio, 2011-08-18 11:46

La crescita costante del nostro Movimento ha registrato nei giorni scorsi l’importante adesione del direttore del Gruppo di Lavoro di TerraSantaLibera, Filippo Fortunato Pilato”; lo rende noto l’ufficio stampa della Federazione di Palermo. “Cattolico, di origini siciliane, Pilato ha scelto di entrare a far parte della storica comunità forzanovista del Cuib C.Z. Codreanu anche a causa di una fraterna, reciproca collaborazione che dura ormai da tre anni”. “Forza Nuova si arrichisce dell’esperienza, maturata sul campo, che il direttore ha acquisito in Medio Oriente, ed in particolare in Palestina, e della sua conoscenza dei soggetti e delle strategie geopolitiche militari che il colonialismo sionista attua nel complesso scenario della Terra Santa e dei Paesi arabi limitrofi”. “La sua testata principale, www.terrasantalibera.org, collabora in rete – prosegue il comunicato – con una dozzina di siti web, blogs e canali video che si occupano in varia misura di informazione e controinformazione, il cui elenco completo è visionabile sul sito madre sopra citato, e si avvale dell’opera di alcuni corrispondenti da Palestina e Libia”. “I contatti presenti a Tripoli, inoltre, hanno di recente favorito la realizzazione dell’agenzia di stampa indipendente on-line LibyanFreePress che ha dato risalto alle numerose falsità mediatico-propagandistiche diffuse dai media ufficiali, pilotati dalla disinformazione sionista, per giustificare l’aggressione ad uno Stato sovrano e la minaccia agli interessi italiani e, con essi, alla stabilità e allo sviluppo dell’intero Mediterraneo.” “Dopo il previsto sit in che si terrà il 30 agosto a Roma, di fronte la Farnesina, per manifestare indignazione per la violazione dei trattati italo-libici, proprio nel giorno in cui vennero siglati – ha concluso la nota diffusa da FN Palermo – Pilato cercherà, con un piccolo gruppo di osservatori, di raggiungere Tripoli per meglio documentare la reale situazione e stringere maggiori rapporti d'amicizia e collaborazione con un eroico popolo che resiste da solo agli attacchi congiunti degli eserciti delle maggiori potenze occidentali e di bande di mercenari, per lo più costituite da delinquenti comuni, assassini e stupratori, finanziate dai servizi israeliani”. Per Info: segreteria@forzanuova.org