lunedì 15 luglio 2013

UN OPPIACEO CHIAMATO BERGOGLIO

Non credere a niente solo perchè lo dice un cosiddetto saggio. Non credere a niente solo perchè è un'opinione generalmente condivisa. Non credere a niente solo perchè lo si dice di origine divina.Non credere a niente, solo perchè qualcun altro lo crede. Crei solo a quello che tu stesso hai valutato e giudicato vero. (Siddharta)

Cito da un anonimo intelligente: “Ci hanno fregato con un papa”buono”, che sta simpatico a tutti, perfino agli atei. Ci hanno fregato ancora una volta”.  Il rinomato catto-medievalista di destra, Franco Cardini, tanto si è avviluppato tra le tenebre dei cicli cavallereschi e delle crociate, tra Jacopone da Todi e Fra’ Anselmo, da meritarsi la posizione d’onore nel “manifesto” tra i celebranti dell’adorazione mistica del papa a Lampedusa. Per il tripudio liturgico, con scene di estasi alla Santa Teresa, che precipitava come un Vayont da tutti gli schermi, con analoghi effetti catastrofici e radendo al suolo anche incolpevoli non credenti, il “manifesto”, non volendo essere da meno dei più accesi tribolanti, ha mobilitato l’intera redazione. Ha consentito che vi si incistasse perfino il già citato Stefano Liberti, presunto africanista, colmo di pietà per i migranti quanto elargitore di peana ai “giovani rivoluzionari” impiegati contro il popolo della moritura Libia. Ma nessun papa potrà negare al Cardini il privilegio degli eletti, elevati negli alti ranghi degli ordini cavallereschi della Santa Sede. Qui risplenderà in perpetuo nella luce del Signore accanto a don Nunzio Scarano, il lazzarone detto “Monsignor 500 euro”, Totò Cuffaro (Costantiniano di San Giorgio), Umberto Bossi con Bobo Maroni, Mussolini e Ciano, Massimo D’Alema, Gianni Letta (Ordine del Piano di Pio IX), Licio Gelli, Monsignor Marcinkus, Bruno Contrada (Santo Sepolcro), Renato Schifani, Roberto Formigoni (Cavalieri di Malta). Gli mancherà di costoro il merito di essere inquisito o condannato, ma tant’è, la misericordia della Chiesa è infinita.

“Quest’uomo mite, vestito di bianco, questo compito argentino d’origine piemontese, ha dato una risposta che mozza il fiato… povero al servizio dei poveri che scelse di mutare dall’oro all’argento (wow!) il metallo dell’anello del pescatore…sta compiendo gesti e scelte di sapore apocalittico…sta dicendo che l’umanità è andata troppo oltre in termini di ingiustizia, di rapacità, di violenza, d’indifferenza per i più deboli…La scena è quasi la stessa di duemila anni fa, quando le folle sulle rive del Mar di Galilea videro scendere da una barca uno venuto per sfamarli, per guarirli, per confortarli…”  Ecco un limitato florilegio tratto dalla prodigiosa capacità di questo storico in delirio mistico di rovesciare ogni cosa nel suo contrario. Ingiustizia, rapacità, violenza, indifferenza per i più deboli? Il pensiero corre a una Chiesa che, più, molto più, di tutte le altre, ha posto queste qualità al servizio del proprio potere assoluto e di quello dei tiranni, masnadieri, carnefici, che nel suo segno governavano e governano. Frugando tra i panegirici di questo universo di diaconi e chierichietti non si trova neppure più l’orbo nel mondo dei ciechi. Almeno da quando s’è vista Madre Teresa far morire senza analgesici i derelitti dei suoi tuguri, mentre lei si curava in cliniche di lusso svizzere, si sarebbe dovuto capire che il discorso cattolico sulla povertà non è che propaganda, logo, brand. Elogiare i poveri, come fa questo “papa dei poveri”, è affermazione ideologica e reazionaria. La povertà fa giustamente schifo, ma, così, il povero si vede socialmente riscattato. E chi gli parlava di ribellione, viene tacitato.

Cardini cita anche, con apprensione, la temuta “Profezia di Malachia” che ha dato papa Francesco come l’ultimo dei pontefici, quello dopo il quale ci sarà la fine di Roma e del mondo: Auspichiamo l’inveramento della prima parte della divinazione, crediamo del tutto possibile che coloro che si professano dalla parte del pontefice e della religione cristiana nelle sue varie espressioni siano realizzatori della sua seconda parte. Non c’è alcun dubbio che Jorge Bergoglio, cresciuto e nutrito all’ombra di 30mila innocenti buttati dagli aerei in mare, sia un formidabile maestro dell’arte della captatio benevolentiae. Al suo confronto, mistificatori del peso di Obama, Berlusconi, Rousseff, Bertinotti, Ghandi, Madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, Amnesty International e HRW, Draghi, Monti, il PD, non sono che ballerine di terza fila. Basta una schermata sulle folle sterminate e osannanti che, ai piedi dell’erede e prosecutore di una bi millenaria guerra contro l’umanità, scuola di violenza fisica, morale e psicologica per tutti i perpetratori dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, si abbeverano e decerebrano al verbo del “povero tra i poveri” (quello del “più sono e meglio stiamo”, noi che ci teniamo stretto l’8 per mille e i resti, a integrazione del più grande patrimonio immobiliare, d’arte e di dobloni del mondo).
 Le Madres de Plaza de Mayo con le foto degli assassinati nel silenzio del gesuita capo

Che meraviglia, questo campione di una Chiesa rinata alla sua funzione primigenia! Per aprire al mondo orizzonti di pace e felicità, gli è bastato lanciare dei “buonasera”, anziché anatemi e scomuniche, accennare a qualche mela marcia pedofila quando il Vaticano né è stato provato tracimante, resettare lo IOR (ma il pronube Bertone, come Richelieu, resta saldo al suo posto), risaputo ricettacolo di ogni nefandezza grassatrice e mafiosa, comandare una flottiglia di posseduti nel mare-cimitero, infliggere carezze a una squadretta di migranti ben vestiti, con cappelletto e sorriso (il CIE gli è sfuggito).
Sarà cinismo, carenza di pietà, ma non riesco mai a sfuggire al disagio che mi provocano le commozioni-commiserazioni sui migranti annegati o abusati, come quelle analoghe sulle coppie gay e le loro adozioni, trasudanti da chi è compartecipe, o ignavo spettatore alla finestra, della strategia di annientamento sociale o biologico di vasti pezzi del genere umano (e animale e vegetale). Bergoglio a Lampedusa, come tutti i predicatori dell’accoglienza a fratelli fuggiti a carestie, disastri naturali, fame, guerre, si è concentrato con foga sugli effetti della migrazione (con meno attenzione alla sua funzione di abbassamento dei diritti e salari esercitato sui lavoratori autoctoni), ma ne sfiorano a fatica le cause. Carestie, disastri naturali, fame, guerre… Fenomeni naturali.

Già, ma chi li ha provocati pervicacemente, massicciamente, oggi e nei secoli dei missionari e dei genocidii? Peccato che pellerossa, indios, congolesi sotto Re Leopoldo, e milioni di altri per la fuga non disponessero delle carrette, per quanto a rischio di annegamento. Li facevano fuori sul posto. Lo fanno anche adesso, con gli strumenti, santificati dai papi, della spoliazione, delle invasioni, del furto di risorse, della fame e malattia pianificate, della desertificazione ambientale, dei vicerè e fantocci indigeni sterminatori, carcerieri e torturatori. Ma non riescono a seccarli tutti. E ci sono le carrette. E ci sono le forze lavoro nostrane che devono imparare dai raccoglitori di pomodori da 3 euro al giorno a ridurre le loro antimoderne pretese.

Oggi arrivano dall’Eritrea ridotta allo stremo da guerre etiopiche da noi istigate ed armate: dalla Somalia, dove imperversa una ciurma di malversatori che, contro la resistenza nazionale, vuole restituire alla nostra ex-colonia il suo naturale ruolo di cassonetto dei rifiuti e di mercato delle armi; dalla Libia che ospitava e nutriva 2 milioni di migranti del Sahel, ora offerti alla scelta tra farsi trucidare dai salafiti, rientrare in patrie annientate dal neocolonialismo, arrabattarsi verso Lampedusa. Vengono da Mali, Chad, Repubblica Centroafricana, Congo, dove francesi, britannici e statunitensi rivaleggiano a sciabolate sui locali per accaparrarsi militarmente quanto serve di uranio e idrocarburi; da paesi latinoamericani che i trattati di libero commercio con gli Usa hanno ridotto in miseria, o che sono diventati narcostati al servizio della finanza nordamericana e delle euromafie. Forse, accanto alla colpa, un giorno ci si dovrà pure acconciare a dire il colpevole. Non Bergoglio, non lo farà mai. Ora se ne va in America Latina, a fare l’anti-Chavez e recuperare territorio perduto.
 Estasi mistica di Santa Teresa

Con tutto questo, il delirio collettivo è arrivato a vertici che neanche la Santanchè coL guitto mannaro. Copertina di “Vanity Fair” (nomen omen): “Francesco papa coraggio, uomo dell’anno. I suoi primi cento giorni lo hanno già messo in testa alla classifica dei leader mondiali che fanno la storia”. Subito prima di Barack Obama, si presume. E, l’irriverente e laicissimo, “Il Fatto quotidiano” supera tutti con accostamenti da vertigine dada: “I temi toccati dal Pontefice sono gli stessi dei pacifisti a Genova nel 2001” (Carlo Giuliani si rivolta nella tomba). Fino all’eccelso “Bergoglio parla come Gramsci e Che Guevara”.  Che forse avrebbero qualcosa da ridire, anche rispetto all’esortazione del rappresentante del papa a Cuba che, attraverso il suo giornale, sotto il titolo  “Le Forze armate e il futuro di Cuba”, neanche tanto velatamente incita i militari a farsi “protagonisti del migliore dei futuri possibili per Cuba”. Che consiste nell’imperativo storico di smantellare il modello di socialismo di Stato di matrice sovietica e di ricostruire le relazioni con il governo degli Stati Uniti”. A quanto pare, quello ideale di modelli lo hanno testè realizzato i generali egiziani, in ottime relazioni, appunto, con gli Stati Uniti. “Bussate e vi sarà aperto” titola sul papa che cammina sulle acque “il manifesto”.  Al che gli andrebbe risposto a tono: “Non aprite quella porta”.

Un contributo dal blog

Caro Grimaldi,
su Bergoglio. Un papa e'un papa, inutile dilungarsi. E questo, per giunta, e'un gesuita, maestro nella captatio benevolentie, abilita' della quale sta dando grandi saggi in questi giorni. La tenerezza, i poveri che affogano nel mediterraneo, niente residenza papale ecc ecc. I gesuiti, poi, al di la' del complottismo esasperato (del quale, come hai ricordato tu, spesso si muore)sono coloro che capirono che per riprendersi le anime (e tutto il resto) dopo la Riforma, servivano altre strade che non i roghi. E inventarono, di fatto, la confessione moderna. Chapeau, mi verrebbe da dire. La faccio breve...a me Bergoglio sembra la ripetizione in braghe lunghe dell'operazione-Obama. Dopo Bush, che era riuscito a far odiare l'america a tre quarti del globo (con annullamento di svariati contratti commerciali), serviva il Bello Nero Democratico Piacione bla bla bla per ricucire l'imene. Cosi' Bergoglio dopo Ratzinger che, ahilui, poverino, non essendosi mai ripreso dallo smacco di non essere nell'Anno Mille era stato, per l'immagine del vaticano, devastante. E che si sia dimesso schifato, non tanto dalle innumerevoli porcherie finanziarsessuali delle quali era venuto a conoscenza, ma quanto dal mancato rispetto dei porporoni verso la sua figura semidivina, nessuno me lo toglie dalla testa.
Con grande stima
edoardo

3 commenti:

alex1 ha detto...

Solo un'osservazione sul caso Zimmermann:avete letto l'articolo sul corriere della sera che intervista una delle giurate che ha mandato assolto l'assassino? Tanto per notare il tono giustificativo dell'intervista "era ossessionato dai vandalismi". "lo ha fatto per difendersi"."temeva per la propria vita". Come se non fosse andato, armato, a cercare la rissa con un ragazzo che passava di là per caso disarmato, ed avergli sparato alla sua prima, legittima reazione, nonostante persino la polizia gli avesse detto di lasciar perdere. E questo succede nella nazione del "nero" Obama. Nessun intellettuale ha citato la parola "razzismo". Può esserci razzismo in uno stato che ha un presidente "nero"? Ovviamente no! Parola che è stata citata mille volte in più articoli dello stesso giornale a proposito della ministra apostrofata poco educatamente dall'incolto Calderoli. Il confronto fra queste due situazioni deve fare riflettere

Anonimo ha detto...

Caro Grimaldi,
che onore avere inserito il mio disperante commento tra i suoi scritti, di ben altra lena.
Mi permetto dunque di rubarle altro spazio, divagando, ma (se l'Internazionalismo e'un faro) non troppo.
Come le ho scritto tempo addietro, vivo e lavoro in Tanzania da qualche anno. Settimana scorsa, la visita, dal sapor cristofanico piu' che politico, dei Belli Obama al completo (con nientemeno di Bush e signora al seguito!!). 800 persone al seguito, caccia bombardieri che hanno chiuso lo spazio aereo per 2 giorni, 500 agenti dei servizi e, soprattutto, migliaia di poveri cristi (quelli veri) che a Dar es Salaam si sono visti abbattere le baracchette che li mantengono, per decoro! (va beh, da noi mettevano i limoni finti sugli alberi...). Comunque, visita obamiana organizzata in fretta e furia dopo che, 3 mesi fa, e' passato di qui Xi, il presidente cinese il quale, con molta meno enfasi, ha calato 11 miliardi di dollari per la costruzione di quello che sará il piu' grande porto di tutta l'est africa (e addio alla storica Bagamoyo, luogo storico della memoria sulla schiavitu'). La guerra di riappropriazione dell'africa e'in pieno svolgimento. E guardacaso, in vista delle elezioni che si terranno qui nel 2015, nel giro di un mese 2 bombe ad Arusha (sede del tribunale ONU per il genocidio in Ruanda).Obiettivo, il partito che si dice possa vincere ribaltando il sistema di potere in vigore dall'indipendenza. Si fa un gran parlare dell' emergere anche in questo pacifico paese dell'islamismo radicale che cresce (anche un paio di chiese bruciate, un prete assassinato a Zanzibar negli ultimi mesi). L'ho scritto io che di complottismo esasperato si muore...ma guarda caso e'noto che allo zio Sam non va giu'il rapporto privilegiato che questo paese ha da sempre con la Cina.
Se, come lei ricorda spesso, il luminoso insegnamento di Montessori ci insegna a vedere le connessioni tra le cose... Una nota positiva (animalismo rivoluzionario!), i leoni del Serengeti si sono risparmiati di farsi fotografare dai coniugi Obama. 2 milioni di dollari per 2 ore di visita al parco, con i caccia sopra la testa e agenti sparsi ovunque nella savana (si sarebbero travestiti da zebre?) hanno fatto indignare l'opinione pubblica e Michelle, misericordiosamente, ha preferito annullare il giretto. Sono ascesi al cielo dopo 36 ore, ma qui e'rimasta puzza di zolfo.
Con grande stima
edoardo

Fulvio ha detto...

Caro Edoardo, ci meritiamo il tu. Che bello il tuo contributo e come accorato e come amaramente ironico e come vero! Grazie. Ne dovremmo pur parlare dell'assalto Usa all'Africa. Qui finisce sotto il tappeto tutto. Nessuno osa toccare la politica estera, tranne che con il chiachiericcio dei papagalli dell'Impero. Hanno tutti una paura fottuta che gli facciano saltare per aria qualcosa (ovviamente gli islamici, gli anarchici sono un po' logori.... A risentirci.