lunedì 23 settembre 2013

VIL RAZZA DANNATA


 Nulla fa più male in uno Stato di uomini scaltri che passano per saggi. (Francis Bacon)

Il termine “propaganda” suona melodrammatico ed esagerato, ma una stampa che, per codardia, carrierismo, o convinzione, acriticamente recita le false affermazioni dei governi e le riferisce come fatti, o tratta notabili politici con la reverenza già riservata ai reali, non può essere descritta accuratamente come impegnata in una funzione diversa. (Glenn Greenwald, il diffusore sul “Guardian” delle rivelazioni di Snowden)

Ciao, e tanta roba, ma ci rileggiamo a Ottobre.




Lucia Goracci, TG3, con Haisam Abu Omar e ratti vari. Haisam, visibile anche armato in un gruppo di Alqaidisti che stanno per uccidere a freddo soldati siriani, fu arrestato per terrorismo a Roma nel 2012 e, stranamente subito rilasciato. E’ un sodale  di membri dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia. Incoraggiato dalla compagnia di Bersani in occasione di una manifestazione anti-Assad a Roma, ha poi raggiunto  le bande dei terroristi in Siria. Nessuno s’è sognato di arrestarlo in Italia, come nessuno ha osato fermare l’inviata cripto-si sa cosa, dopo che già aveva adottato alla sua funzione la verità in Libia e Siria, fraternamente accolta dai seviziatori Nato-Al Qaida.

TERRORISTA A CHI?


 Se la ricchezza fosse il risultato inevitabile di duro lavoro e iniziativa, ogni donna in Africa sarebbe una milionaria .(George Monbiot)

 Il socialismo non si è mai radicato in America perché i poveri non si vedono come un proletariato sfruttato, ma come milionari momentaneamente in difficoltà. (John Steinbeck)


Orrore nel mondo per la strage di Nairobi, forse 90 morti e mentre scrivo, dopo 24 ore di conflitto a fuoco tra guerriglieri somali ed esercito keniota, pare che questo stia dando l’assalto all’ultimo gruppo penetrato nel centro commerciale Westgate Shopping Mail a Nairobi. Aspettiamoci un po’ di ostaggi sterminati insieme agli Shabaab, Parigi val bene una messa, come a Monaco, Olimpiadi del ’72. La falsariga del coro mediatico diretto dall’apparato della guerra infinita è sempre quella: attacco terroristico di estremisti legati ad Al Qaida. Vale a dire bruti dissennati, assetati di sangue che si avventano contro civili innocenti sul lato giusto della civiltà, quello occidentale (nessun imbarazzo alla constatazione, ormai plateale, che bruti dissennati, assetati di sangue, in Siria sono la fanteria dell’apparato della guerra infinita e si avventano contro civili innocenti che, però, stavolta stanno dal lato sbagliato della civiltà).

venerdì 20 settembre 2013

TRA COLOR CHE SON SOSPESI


E’ allarmante che interventi militari nei conflitti interni di altri paesi sono diventati un luogo comune per gli Usa. Questo non è certo nell’interesse a lungo termine dell’America. Milioni nel mondo sempre più vedono l’America non come modello di democrazia, ma come chi si basa esclusivamente sulla forza brutale, assemblando coalizioni sotto lo slogan “o siete con noi, o siete contro di noi”…
Ma la forza si è dimostrata senza senso e senza risultati. L?Afghanistan è a pezzi e nessuno sa cosa succederà, la Libia è frantumata tra bande e clan, in Iraq continua la guerra civile con decine di uccisi ogni giorno. Negli Stati Uniti molti vedono un’analogia tra Iraq e Siria e si chiedono perché il loro governo insista a ripetere i suoi errori…
Ho studiato attentamente il discorso alla nazione del presidente Obama. E’ sono in disaccordo con la sua affermazione sull’eccezionalità americana, secondo cui è la politica degli Usa che rende l’America diversa, eccezionale. E’ estremamente pericoloso incoraggiare la gente a considerarsi eccezionale. Ci sono paesi grandi e piccoli, ricchi e poveri, quelli con lunghe tradizioni democratiche e quelli che ancora cercano la loro via alla democrazia. Anche le loro politiche si differenziano. Siamo tutti diversi, ma quando chiediamo la benedizione del Signore, non dobbiamo dimenticare che siamo stati creati uguali. (Vladimir Putin, lettera al popolo americano)

 "Basta giocare in difesa"  (Maurizio Landini)

"Gli Usa si sono presi due paesi con due torri". (Detto iraniano)
“Se combatti contro terroristi venuti da 80 paesi, sostenuti da Stati arabi e occidentali, se allora il tuo popolo non ti abbraccia, non potresti continuare. Syria resiste da due anni e mezzo, come potrebbe senza l’appoggio della gente?” (Bachar el Assad)

 Scudi umani a Damasco

La tranvata l’hanno presa. E gli ha leso un bel po’ di senno. Ora, rintronati, cercano di rialzarsi. Il botto false flag del bombardamento chimico fatto fare alla propria fanteria Al Qaida per incolparne Assad ha fatto puff, come un mortaretto bagnato. Gli Usa cercano di rianimarlo. Scatenano il solito burattino segretario dell’ONU, insieme ai neonazisti nel Congresso, agli sguatteri francesi e ai propri datori di lavoro israeliani. A dispetto di una commissione ONU che si divincola nell’impossibilità di attribuire i gas all’esercito nazionale, il misirizzi con gli occhi a mandorla uggiola: “nient’affatto, il mortaretto è l’immenso arsenale chimico di Assad che minaccia l’universo mondo, sui razzi c’erano i caratteri cirillici (questa è proprio disperata), bisogna ricorrere al cap.VII della Carta dell’ONU che consente ai pirati di intervenire”. A parte che quella dei caratteri cirillici (russi) dimostra solo che le armi del mercato, o da paesi un tempo riforniti dall’URSS (Libia, Est Europa, Balcani), finite  in mano ai ratti e ai mercanti, sono state fatte arrivare ai mercenari (indovinate da chi), la gigantesca bufala non è che il clone delle False Flag di Golfo del Tonchino, 11 settembre, ADM di Saddam, stragi etniche di Milosevic, 10mila libici uccisi da Gheddafi. Copia conforme che è stata disintegrata dalle decine di prove (documenti, testimonianze, confessioni, intercettazioni, immagini satellitari russi, video) della responsabilità dei sicari e dei mandanti dell’Impero.

mercoledì 18 settembre 2013

Viva Alberto Perino, Viva i No Tav. Abbasso i becchini della Valle e chi ne vuol fare un modello di genocidio sociale.


Un graditissimo commento di Alberto Perino, esponente di punta dei NO TAV, dal blog di Beppe Grillo


"Un saluto a tutti gli amici del blog di Beppe Grillo
Non si era mai visto un accanimento mediatico contro un movimento come quello che sta avvenendo nei confronti del movimento NO TAV. Non si era mai visto un accanimento giudiziario con prove molto deboli o addirittura assenti come quello che sta avvenendo nei confronti degli attivisti NO TAV. Ogni pretesto è buono per privarli delle libertà individuali, per montare accuse farlocche e campate in aria seguite da perquisizioni e sequestro di computer, degli archivi informatici e di tutti gli aggeggi dotati di memoria elettronica. Tecnica della pesca a strascico: alla fine qualcosa si prende e, magari, da cosa nasce cosa.

martedì 10 settembre 2013

Siria e Val di Susa unite nella lotta - Una partigiana molto ex e una partigiana sempre - Siria e Russia, scudi umani - Paccottiglia pacifinta





 Trilussa
 LA NINNA NANNA DE LA GUERRA
 (1914)

Ninna nanna, nanna ninna,/ er pupetto vò la zinna:/dormi, dormi, cocco bello,
sennò chiamo Farfarello / Farfarello e Gujermone / che se mette a pecorone,
Gujermone e Ceccopeppe / che se regge co le zeppe, / co le zeppe d'un impero
mezzo giallo e mezzo nero. / Ninna nanna, pija sonno /ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai / che succedeno ner monno / fra le spade e li fucili
de li popoli civili / Ninna nanna, tu nun senti / li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna / per un matto che commanna;
che se scanna e che s'ammazza / a vantaggio de la razza / o a vantaggio d'una fede
per un Dio che nun se vede, / ma che serve da riparo/ ar Sovrano macellaro.
Chè quer covo d'assassini / che c'insanguina la terra / sa benone che la guerra
è un gran giro de quatrini / che prepara le risorse / pe li ladri de le Borse.
Fa la ninna, cocco bello, / finchè dura sto macello: / fa la ninna, chè domani
rivedremo li sovrani / che se scambieno la stima / boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti / nun se fanno comprimenti: / torneranno più cordiali
li rapporti personali. / E riuniti fra de loro / senza l'ombra d'un rimorso,
ce faranno un ber discorso / su la Pace e sul Lavoro / pe quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!

Pochi sono i luoghi dove mi chiamano a presentare i miei lavori che mi abbiano dato la gioia e la commozione dell’altra sera a Bussoleno in Val di Susa, dove hanno voluto vedere il docufilm “Armageddon sulla via di Damasco”. Nella valle della più bella resistenza offensiva, prodotta da quel pezzo di paese dove vivono vecchi  irriducibili e giovani non decerebrati, ero arrivato per la prima volta a cavallo tra i due decenni durante i quali la tenuta di questo popolo eletto ha superato perfino quella dei formidabili anni ’70. Già allora i difensori dell’integrità della propria storia, del proprio territorio, della propria visione di futuro, maturando, come suole, nella battaglia tattica una coscienza strategica valevole per l’intera umanità, si erano districati dai lacci e lacciuoli delle ambiguità cerchiobottiste che hanno paralizzato e poi svuotato di significato ed effettività le antiche sinistre e, poi, i loro detriti formicolanti nell’esistente dato e accettato. Avevamo proiettato una volta “Genocidio nell’Eden”, nel quale i valsusini hanno saputo mescolarsi al popolo iracheno votato, come loro e dallo stesso nemico, alla scomparsa dalla carta geografica e dalla storia. E, l’altra, “Serbi da morire”,  nel quale lucidamente vedevano il parallelo tra l’automutilazione dell’Europa da parte di cricche criminali assoldate dal Moloch imperiale, e quella analoga operata dalle stesse cosche attraverso la desertificazione della loro terra.

domenica 8 settembre 2013

Da Ibtrahim al Amin. CONDIVIDIAMO!


La Resistenza è il nostro destino
Al diavolo tutti i discorsi sulla democrazia sostenuta da Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e... Arabia Saudita, Turchia e Israele.
Al diavolo ogni offerta di libertà con il sostegno di questi assassini.
Al diavolo ogni pazzo criminale e codardo, non importa a cosa assomigli, come si chiami, dove vive o quello che faccia.
Al diavolo tutti coloro che sostengono una guerra internazionale per rovesciare la Siria.
Al diavolo questo gruppo di collaboratori, di cui la gente saprà senza dubbio tenere conto un giorno, quando ci saranno caos o stabilità.
Al diavolo tutti i traditori, i loro discorsi, le loro false lacrime, e al diavolo i loro gruppi per i diritti umani e le loro asservite organizzazioni della società civile.

La decisione di muovere guerra alla Siria è solo l' ultimo passo di quanto è successo da due anni e mezzo a questa parte, per distruggere la resistenza, le sue città, le persone e persino la sua stessa idea. Non c'è spazio per alcun tipo di contrattazione e non c'è spazio per qualsiasi discussione o dibattito. Non c'è spazio per ascoltare alcun collaboratore che propagandi l'elenco delle cause della guerra ed i suoi responsabili, e non c'è spazio per coloro che si aggrappano alle loro opinioni, posizioni o etichette, indossando bandane sulla fronte dopo essersi bendati gli occhi unendo le loro forze a quelle dei collaboratori e dei servi.

lunedì 2 settembre 2013

PESTE, UNTORI, MONATTI. E QUEL RAMO DEL LAGO D'IRAN


 New York

Renzo sente avvicinarsi sempre piú il rumore, e vede spuntar dalla cantonata della chiesa un uomo che scoteva un campanello: era un apparitore; e dietro a lui due cavalli che, allungando il collo, e puntando le zampe, venivano avanti a fatica; e strascinato da quelli, un carro di morti, e dopo quello un altro, e poi un altro e un altro; e di qua e di là, monatti alle costole de' cavalli, spingendoli, a frustate, a punzoni, a bestemmie. Eran que' cadaveri, la piú parte ignudi, alcuni mal involtati in qualche cencio, ammonticchiati, intrecciati insieme, come un gruppo di serpi che lentamente si svolgano al tepore della primavera; ché, a ogni intoppo, a ogni scossa, si vedevan que' mucchi funesti tremolare e scompaginarsi bruttamente, e ciondolar teste, e chiome verginali arrovesciarsi, e braccia svincolarsi, e batter sulle rote, mostrando all'occhio già inorridito come un tale spettacolo poteva divenire piú doloroso e piú sconcio La cantilena infernale, mista al tintinnìo de' campanelli, al cigolìo de' carri, al calpestìo de' cavalli, risonava nel voto silenzioso delle strade, e, rimbombando nelle case, stringeva amaramente il cuore de' pochi che ancor le abitavano. (Alessandro Manzoni, “I promessi sposi”)

Errare è umano, perseverare è Napolitano (Beppe Grillo)

La Siria, questo coraggioso paese arabo, situato nel cuore di più di mille milioni di musulmani e il cui spirito di lotta è proverbiale, ha dichiarato che resisterà fino all’ultimo respiro. (Fidel Castro)

Molti tra essi, per compiacere i tiranni, per un pugno di monete, o perchè corrotti, o per bustarelle, stanno tradendo e spargendo il sangue dei loro fratelli. (Emiliano Zapata)


La peste: la “comunità internazionale” governata dalla dittatura occulta di una cupola di antropfagi, primatista storica mondiale di genocidi, crimini di guerra e contro l’umanità, dallo sterminio dei non credenti a quella dei nativi d’America, dall’Africa a Dresda e Monte Cassino,da Hiroshima e Nagasaki, dalla Palestina a Falluja, dall’11 settembre e tutti gli attentati stragisti a seguire, fino ai gas di Damasco.

Gli untori: i terroristi del mercenariato militare e mediatico, dagli zombie jihadisti, Fratelli Musulmani, Salafiti o Al Qaida che siano, ai fantocci dei regimi a partito unico europei.

I monattii: coloro che ottundono la coscienza collettiva seppellendoci sotto montagne di cadaveri tratti dal mare della menzogna, o dalla palude del cerchiobottismo, compassionevole. Dalle giovanne botteri, promosse da rigattiere del gossip a pret-a-porter dei magazzini di Wall Street, ai flagellanti del pacifintismo, o dell’astuta demenza dei trotzkisti, che traggono veleni paralizzanti dall’equa mescolanza di torti e ragioni, vittime e carnefici. I né-né di  “Fermiamo la guerra , ma guardiamoci anche da quel criminale di Assad, di Milosevic, di Saddam, di Gheddafi, di Putin, dell’Ayatollah…”

A Baghdad, nel ’91, sentivo una falsa infermiera, e vera figlia dell’ambasciatore del Kuweit a Washington, singhiozzare sui bambini strappati alle incubatrici dai soldati iracheni, e vedevo grandinate di missili disintegrare bambini, donne, un popolo. Nello stesso anno, a Mogadiscio, stavo in mezzo al popolo trionfatore su un tiranno che aveva dato il paese in comodato d’uso a colonialisti di ritorno, predatori del mare e scaricatori di rifiuti mortali. Gli assassini di Ilaria Alpi, sotto le mentite spoglie del primo “intervento umanitario”, sconfitti sul campo, hanno poi provveduto a risistemare le cose facendo uso di mercenari interni ed esterni (etiopici). A Belgrado udivo lo scagnozzo Sofri e altri botoli del canile imperiale latrare su false bombe serbe a Sarajevo, su false pulizie etniche, su falsi stragi di Racak e vedevo scuole, ospedali, case, fabbriche disintegrate da bombe vere in arrivo da Aviano, fino alla totale polverizzazione della Jugoslavia. Nel 2003, di nuovo a Baghdad vedevo in tv il segretario di Stato Powell