mercoledì 5 febbraio 2014

LA PIAGA DELLE CAVALLETTE



“Siamo grati al Washington Post, New York Times, Time magazine e altre grandi pubblicazioni i cui direttori hanno partecipato ai nostri incontri e rispettato per quasi 40 anni la promessa di riservatezza. Sarebbe stato per noi impossibile sviluppare il nostro piano per il mondo se fossimo stati sottoposti alle luci della pubblicità durante questi anni. Ora il mondo è più sofisticato e pronto a marciare verso un governo mondiale. La sovranità sovranazionale di un’élite intellettuale e dei banchieri del mondo è sicuramente preferibile all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati”. (David Rockefeller, fondatore della Trilateral, nella riunione Bilderberg del 1991)

Bella mossa quella di Travaglio di rispondere alla piaga delle locuste avventatesi sui Cinque Stelle per denunciarne l’inclinazione all’ingiuria “barbarica” (Letta) ed “eversiva” (Boldrini) - particolarmente voraci quelle che in parlamento cantavano “Bella ciao” a difesa delle banche - quando ha riempito due pagine del “Fatto” con  gli epiteti riservati invece in questi anni e mesi ai “barbari eversori e stupratori”. Come dice l’intelligente Freccero, quelle dei Cinque Stelle, al confronto, sono roba da educande. Si va dal nazista, fascista, squadrista, a Mussolini, Goebbels, Starace, Hitler, Alba Dorata, per moderarsi poi con spie, delatori, cacciatori di ebrei, lombrosiani, affamatori del popolo, impotenti, plebei, maiali, rottinculo, merde, bagasce, coglioni, ladri, disabili, Grilladen, brigatisti, Black Bloc, per concludere, sempre con Monsignor della Casa, con pedofili.


Questi grillini, con il feticcio dell’un peso e una misura
A conferma  di una “unità nazionale”, da sempre meta ambita  di questi ortotteri impegnati a far piazza pulita di grilli e coltivi, ora finalmente quasi realizzata dal Partito Unico delle locuste, c’è la “profonda sintonia” che, dal biumvirato massonico-mafioso, si è estesa all’intero nuovo “arco costituzionale”. Ed è così che il “manifesto” delle ginocrate con tanto di cavalieri serventi, nel suo spurgo di odio (frustrazione e paura), si trova in affettuosa armonia con gli autori delle succitate  cortesie. Compagni di strada che fino a qualche tempo fa non si sarebbero sospettati, ma che si è scoperto nutrire gli stessi amorosi sensi verso Grillo e i suoi: Pansa, Scalfari, Ferrara Giuliano, Bersani, Crosetto, Pacifici, Fioroni, Pierluigi Battista, Galli della Loggia, Paolo Cirino Pomicino, Filippo Facci (“brutti, malvestiti, pettinati da carcerati”),  Feltri. il Giornale, Libero, La Repubblica, Corriere, Radio 24,  Ezio Mauro, Mauro Mazza…. A coronamento, con tutte le sue copie invendute e tutti i suoi gazzettieri pagati dallo Stato con i nostro soldi, più presente e virulenta di tutti, L’Unità. Bel coro. E il “manifesto” che armonizza in seconda fila.   .

E’ ammirevole la coerenza e sintonia con cui “il manifesto” affronta i temi domestici e quelli internazionali, come se i pezzi dell’una e dell’altra redazione uscissero tutti da un’unica catena di montaggio. Si va dai “grillini” dell’”ex-comico” (gli avete mai visto scrivere di ex-mafiosi, ex-avvocati, ex-giornalisti, ex-puttane?), al “presidente democratico” Morsi spodestato, dalla scuffia per Vendola e un po’ anche per il “rottamatore”, allo “Zar omofobo” Putin, dai Cinque Stelle vituperio delle genti, al “brutale repressore” Yanukovich, da Asor Rosa che annaspa nella scia del PD, ai vindici della “società civile” afghana che tiene i Taliban per peggio degli occupanti, dai fiori sparsi sul cammino di Obama, Hillary, Hollande, alla prudente attenzione per la “missione francese di pacificazione” in Mali o RCA, dai ratti nelle cui sembianze l’astruso nuovo vignettista del quotidiano raffigura i “grillini”, alla trasformazione in “rivoluzionari democratici” di similratti infestanti Libia e Siria. Si potrebbe proseguire per ore a constatare la “profonda sintonia” che fluisce tra le interpretazioni degli eventi interni ed esterni, ma anche tra la propria linea internazionale e quella che governa l’approccio al mondo  della “civiltà occidentale”. Vedi Ucraina, Tailandia, Afghanistan, Egitto…Si salvano solo la Palestina presidiata da Michele Giorgio, e l’America Latina, curata da Geraldina Collotti.

Per rendere l’idea chiamo l’attenzione su tale Guido Caldiron, storico cultore di ogni rivoluzione colorata, passato dal defunto “Liberazione” al “quotidiano comunista” e fedele interprete del ruolo di giornalista come lo codificano a Tel Aviv e Washington. Presi a pretesto alcuni gruppi europei di decerebrati con rune celtiche e svastiche, perenni strumenti del sistema per spostare il fetore di totalitarismo da sé a costoro, l’attivista della nota lobby va, lancia in resta, all’assalto dei “populismi nazionalisti antieuropei”. Ne sono esponenti, praticamente indistinguibili, il “dittatore ucraino filorusso”, colpevole di voler evitare alla sua gente i fasti di Grecia o Bulgaria, reazionari di ogni genere, manipoli fascisti, albe dorate e, ecco il punto, tutti coloro che sbattono contro le gabbie dello zoo in cui Bruxelles ci ha rinchiusi e che non si peritano di rivendicare un minimo di autodeterminazione. Quale è il risultato? Che con questo mischione avalli la vulgata dei Napolitano, Boldrini, Violante, Letta, secondo cui chi schifa quest’Europa dell’austerity, della Nato, dei trasferimenti di ricchezza dal basso alla cima, dei Draghi e Olli Rehn, delle Lagarde e Merkel, delle privatizzazioni e delocalizzazioni, in nome di un’Europa dei diritti, del welfare, della pace, dell’uguaglianza, viaggerebbe sugli stessi binari dei nostalgici di Carlo Magno e del Fuehrer.

 Kiev: manifestanti pro-UE e il senatore Usa McCain con i capi del nazista “Svoboda”

Ucraina, la rivincita del Terzo Reich
Anzi, peggio. Giacchè nessuno di questi sicofanti dell’Europa del progresso e della democrazia si è minimamente adontato che al proprio fianco si battono in Ucraina per l’Europa, o piuttosto per l’UE, energumeni con i vessilli nazisti, nevroticamente anti-ebrei, costituiti in unità paramilitari al pari delle Autodefensas dei narcos colombiani, dediti al linciaggio di poliziotti, al cecchinaggio di provocazione contro altri manifestanti, al saccheggio di istituzioni statali, al bombardamento di poliziotti (che così pazienti e moderati in Europa non si sono mai visti) con asce, seghe, mazze ferrate, fionde giganti e bombe incendiarie. Finiscono nella rubrica di coloro, brava gente, che vogliono sfuggire al “totalitarismo di Zar Putin”. Rasentano il terrorismo, invece, tutti quei “populisti anti-europei” per i quali Yanukovic ha perfettamente ragione a non permettere che il suo paese sia trasformato in marca degli euro-oligarchi e si veda ridurre a pezzi dalla Troika, come Grecia, Bulgaria, Romania, Serbia e altre periferie vampirizzate dalla metropoli necrocapitalista..

Per mesi le forze dell’ordine vengono affrontate da reparti armati e militarizzati. Esattamente come in Siria, nei primi giorni del conflitto, provocatori sparano sugli stessi dimostranti per attribuirne la colpa alla polizia. Vengono occupate e devastate sedi di ministeri e governatorati.  Esattamente come in Siria, statisti e politici Nato, Kerry, McCain, Ashton, hanno la sfrontatezza di violare ogni norma del diritto internazionale relativa alla non interferenza, andando ad arringare la teppa in piazza Maidan, affiancati dai capi del partito nazista “Svoboda”, e allestendo a Monaco le nozze tra John Kerry e i delinquenti Cia ucraini. A questo punto il governo di Kiev aveva adottato una nuova legge che rendeva reati le manifestazioni non autorizzate e l’occupazione di edifici pubblici. Fantastico, evidentemente prima che il governo si desse questa legge, occupare edifici pubblici e manifestare senza autorizzazione, non era previsto dai codici. Il sogno degli anarchici.

Scherzi a parte, proviamo a confrontare la nostra legge Reale e poi quelle che facevano di discariche e trafori zone militari da violare a rischio di fucilate, con la normativa prima adottata e poi revocata dal parlamento ucraino. E poi confrontiamo le immagini di qualche No Tav – “terroristi” per il giudice Caselli e suoi affini -, o di qualche 5 Stelle – “violenti eversori e potenziali stupratori” per l’equa presidente della Camera - con quelle di chi imperversa in mimetica ed elmetto nelle piazze ucraine. E, ancora, facciamo una panoramica dai 5000 civili inermi, arbitrariamente ammazzati  in 10 anni dalla polizia negli Usa, spesso neri con le mani in tasca, passiamo attraverso le teste spaccate dei terremotati dell’Aquila, dei pescatori e pastori sardi, dei pensionati, degli studenti, dei valsusini, delle Mamme No Mus. Poi, planiamo sui poliziotti schierati a Kiev contro gli “albanesi” ucraini che si fidano più dei reality con jakuzi sugli schermi europei, di un pugile cripto-Cia, di una truffatrice d’alto bordo in carcere, degli eterni revenant di Otpor, che non dei 15 miliardi (contro i 350 milioni di Bruxelles) e dei corposi sconti sul gas, offerti da Mosca.
 Paramilitare ucraino spara ai poliziotti

Yanukovic ha annunciato l’amnistia in cambio dello sgombero di ministeri e governatorati, ha offerto il premierato a un esponente delle opposizioni, il governo ha dato le dimissioni, il parlamento ha revocato la legge sulle misure di sicurezza. Sembrerebbero segni di debolezza. D’altra parte il governo sta ventilando lo stato d’emergenza con conseguente intervento dell’esercito. Un qualsiasi paese occidentale l’avrebbe fatto al primo ministero occupato e distrutto, al primo poliziotto massacrato. Forse a Washington e Bruxelles, coadiuvando come sempre Amnesty, Avvaz e HRW, si sta ipotizzando una soluzione alla libica dove, costruita la menzogna colossal del Gheddafi che bombarda la sua gente, si è avuto il nulla osta della “comunità internazionale” per sfasciare il paese. Messa sull’avviso, non solo dalla Libia e dalla Siria, ma dai missili first strike disseminati dagli Usa tutt’intorno alla Russia europea, Mosca non resterà passiva. Sa benissimo che tutta la manfrina filo-UE praticata dai manovratori occidentali ha per obiettivo una Nato allargata fino alla portata di una colt da Mosca.

Siamo già al punto di non ritorno della conflagrazione tra Occidente e Russia-Cina? Pare che non se lo possano ancora permettere. Le campagne di diffamazione e calunnia contro questi Stati canaglia non sono ancora al diapason. In Afghanistan, Siria e Iran gli stormi di locuste sono in pieno stallo. Ci sarebbe la soluzione B, se non riuscisse il regime change: ridurre l’Ucraina, tramite quella che si farà passare per guerra civile tra Ovest ucraino e Est russo, in condizioni di caotica impotenza economica e di irrilevanza geopolitica tra gliStati non ancora inseriti nel Nuovo Ordine Mondiale. Come Afghanistan, Pakistan, Iraq, Libia, Siria, Yemen, Somalia, Sud Sudan, Mali, RAC, via via fino ai 35 paesi in cui gli Usa vanno menando guerre a bassa intensità. Intanto a Kiev un’altra piazza risponde con decine di migliaia che, al grido “Yankee go home”, assediano l’ambasciata Usa. Ma figurati se qualcuno ne parla.


Bandiere verdi sulla Libia

Non si capisce bene come, cosa e quanto. La mediacrazia lavora con accanimento a non far trapelare niente che vada oltre qualche attrito tra le “inselvatichite tribù” del Sud. E questo è già un segno. Da mezza Libia arrivano notizie su bandiere della Jamahiriya che sventolano su decine di centri abitati del Sud e dell’Ovest, basi dell’Aeronautica del regime fantoccio cambiano di mano, vengono ammazzati esponenti di primo piano dei burattini installati a Tripoli dalla Nato, già resi degli zombie dal cappio che gli stringono al collo le brigate terroriste d’Antan. A una delle quali, la più attrezzata e feroce, fattasi la bocca con gli stupri e gli sventramenti di fanciulle a Misurata e confermatasi, dopo Gheddafi, con lo sterminio della comunità nera di Tawergha (30mila abitanti), è stato dato il compito di riprendersi il Sud liberato. Compito fallito dalle “forze governative” e, al momento, anche dalle Forze Speciali Usa subito entrate in campo.

Tutto questo indica che qualcosa di grosso è cambiato e che il tormento ai propri padroni non lo danno più solo le milizie dei ratti jihadisti, anche perchè, come in Iraq, in guerra tra loro per bottino e prevalenza tribale. La preoccupazione grande è ora per la rivolta che va risalendo il paese dai confini, territori amici perchè guardati dai Tuareg. Al primo diffondersi due settimane fa, da testimoni e media africani e mediorientali, come da dati militari, della notizia che una resistenza patriottica nel segno di Gheddafi, finora dormiente, si va organizzando e compiendo operazioni belliche ed esecuzioni di collaborazionisti, due canali satellitari, Al-Khadra e Al-Jamahiryia, che diffondevano notizie sull’emersione dei gheddafiani sono stati oscurati;  i comandos Usa sono partiti, dichiaratamente “contro Al Qaida”; la poderosa armata di ratti di Misurata è stata sguinzagliata; l’ammiraglio francese Edouard Guillard ha definito gli eventi al Sud “una minaccia terrorista che richiede un nuovo intervento occidentale in Libia”. L’aeronautica ha fatto le prime incursioni da quando c’è stata la “rivoluzione”, per riprendersi la sua base vicino a Sebha che le forze verdi avevano conquistato. E l’inutile premier ha proclamato lo stato d’emergenza anzionale.

In ogni modo, le notizie disponibili sono più o meno queste. Il 18 gennaio forze, poi riconosciute come gheddafiane, pesantemente armate riescono a sbaragliare gli occupanti e  conquistare la più grande base dell’aeronautica di regime. Intervengono aerei con i contrassegni del Qatar, radono al suolo la base e, pare, la riconsegnano ai titolari. Qualche voce dice che poi c’è stato un nuovo rovesciamento, ma conta che ai gheddafiani è riuscito un eccezionale colpo simbolico, propagandistico e politico. Certo è che la battaglia dura da due settimane, ha finora provocato 86 morti e 128 feriti. Numerose fonti  concordano nel riferire di un’alleanza formatasi tra l’etnia nera dei libici meridionali, la guerriglia verde, i Tuareg sub sahariani. Che quella tra libici africani, in prima linea i Tubu, e libici arabi l’intesa fosse naturale lo dicono la estrema popolarità di Gheddafi tra i primi che, nella Jamahiriya, avevano avuto riconosciuti pari dignità e i diritti di tutti gli altri. Le atrocità, il genocidio che poi gli avevano inflitto i vincitori (6000 neri e dipendenti del precedente governo sono tuttora rinchiusi e seviziati nelle carceri dei miliziani) hanno dovuto essere riferiti, per darsi una pennellata di credibilità, perfino dalle note Ong dei diritti umani.

A Sirte, irriducibile città natale del rimpianto leader, nei cui pressi i subumani di Hillary lo sbranarono, un attentato ha tolto di mezzo uno dei massimi esponenti del governo, il ministro Hassan al-Droui. Nel sud-est, a Kufra, da sempre contesa dai verdi a milizie e governativi, in un scontro sono morti 4 soldati e altri 7 sono rimasti feriti. A un attentato, attribuito a “rimasugli del precedente regime”, è sfuggito per un soffio il ministro degli interni e vice-primo ministro Seddik Abdelkarim. Sempre nel Nord costiero, si moltiplicano gli scontri tra gheddafiani, bande di ratti e l’esangue esercito governativo. Voci locali, non confermate dai media, raccontano di altre basi militari attaccate in varie zone del paese, mentre l’agenzia turca Anadolu registra 24 morti a Warash al Tahana, a sudovest di Tripoli, e altri 5 nel sobborgo Wershefana della capitale, in battaglie tra la Sicurezza ed elementi definiti “militanti del precedente regime”. Tra le tante città su cui sventola la bandiera della Jamahiriya figurano Sebha,Tobruk, Brega, Ras Lanuf, Amsaad, Ajdabiya, Sabah, Dina… Pare che perfino a Zitan, il centro dove è incarcerato Saif al Islam, figlio di Gheddafi, la forte milizia di quella città stia pesando di passare con la Resistenza verde.

Dimostra la gravità della situazione la proclamazione da parte del regime dello stato d’emergenza. Il paradigma libico è cambiato e nuovi calcoli vanno fatti. Le locuste se la devono vedere con la collera delle popolazioni per le libertà, i diritti e il benessere sottratti, il terrore sparso dall’imperversare sanguinario di incontrollabili milizie, le risorse petrolifere, o svendute allo straniero, o sterilizzate dal conflitto tra bande, la sostanziale secessione della Cirenaica trasformata in emirato islamico, lo spappolamento del regime dove il premier-fantoccio Al Zeidan, colpevole di margini di laicità, come preteso da una popolazione benabituata nella Jamahiryia, ha subito le dimissioni di 5 ministri e se la deve vedere con la rivolta del partito dei Fratelli Musulmani.

Riprendersi il proprio paese, dati gli interessi delle grandi potenze in ballo, non sarà un pranzo di gala per il popolo libico e le sue rinate avanguardie. Ma non lo sarà nemmeno la riconquista, da parte dei quattro cavalieri dell’apocalisse, di una colonia, prima  saccheggiata e massacrata dall’Italia, poi dai britannici e infine ridotta a terra bruciata dalla “comunità internazionale” a punizione di  quarant’anni di indipendenza e prosperità. Una colonia che, alla vista del corpo maciullato di Gheddafi, caduto in combattimento, ha capito tutto.

Ginevra 0.2, per non sapere che pesci prendere in Siria…
…se quelli dell’imbelle Coalizione Nazionale, composta da fuorusciti senza referenti sul terreno, tranne l’ormai virtuale Libero Esercito Siriano decimato dagli islamisti; oppure ancora qualche fazione della galassia jihadista-Al Qaida, eminentemente impegnata a macellarsi tra Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (ISIL), Fronte Islamico, Al Nusrah, bande terroriste varie. Si chiedono i pescatori chi di tutti questi può passare per “moderato” e perfino per “siriano” e giustificare ulteriori appoggi in armi e forze speciali? Intanto, avvantaggiandosi anche del marasma tra gli invasori, le forze armate lealiste procedono nel ripulisti dell’ovest e del nord e stanno terminando la riconquista di Aleppo e di Homs. La controparte a Ginevra, escluso il protagonista regionale primo, l’Iran, ma non l’Arabia Saudita e gli altri monarchi del Golfo, non ha mai avuto il proposito di portare a buon fine i negoziati. Lo conferma la precondizione iniziale della rimozione del presidente Assad, respinta come irricevibile sia dal ministro degli esteri Al Muallem, sia di un indignato ministrorusso, Lavrov.

Nello stesso momento in cui iniziavano e poi si svolgevano le trattative Washington ha annunciato nuovi rifornimenti di armi ai “ribelli”, ha fatto denunciare dalla stampa velinara i grotteschi “barili d’esplosivo artigianali” di Assad (come se l’aeronautica siriana non avesse bombe) e ha tirato al governo siriano la megabufala, confezionata dai britannici in Qatar, delle 2000 foto di cadaveri indistinti, con segni di tortura, che sarebbero scattate da un anonimo fotografo impiegato dal governo. Nessuno si è sognato di proporre un’inchiesta per verificare il fatto che fa il paio, oltrepassando alcuni meridiani, con la ridicola storia dello zio del presidente nordocoreano fatto sbranare dai cani (rilanciata a “Ballarò” dal buffone di corte Crozza), o con quella sputtanatissima, dei neonati  che gli iracheni avrebbero buttato fuori dalle incubatrici del Kuwait. Stupefacente, poi, ma anche rivelatore, è stato il netto rifiuto dei “ribelli”, nel téte a téte con i delegati siriani, di una dichiarazione congiunta contro il terrorismo e la violenza. Qui nessuno si piccona i piedi.

L’unico risultato concordato tra le parti sono stati i corridoi umanitari. Benissimo. Quando le truppe siriane hanno tentato di aprire quello di Homs, per far uscire dalla città vecchia gli abitanti tenuti in ostaggio dai jihadisti, il capo di questi ha avvertito che avrebbe incenerito qualsiasi mezzo che fosse entrato in zona. L’altro, per il campo profughi palestinese di Yarmuk, da mesi occupato dai terroristi, circondato dall’esercito siriano, con la popolazione che muore di fame come le mosche, è rimasto aperto per una sola colonna di rifugiati. Poi gli occupanti l’hanno chiuso, troppo preziosi quegli scudi umani (mi chiedo come mai le varie associazioni filo-palestinesi, mentre non sanno che ripercorrere i fallimenti delle spedizioni a Gaza, non dedichino un pensiero al mezzo milione di palestinesi in via di estinzione a Yarmuk). 


Concludendo, fin da prima di Ginevra 02., fin da 40 anni fa, gli Usa, Israele e il loro precariato europeo hanno stabilito che questa Siria andava disfatta. Il proposito non è cambiato. Solo si tratta di vedere come portarlo avanti. Intanto ci si accontenta del noto “caos creativo”. Anche perché intanto proseguono le esercitazioni navali congiunte di Russia e Cina nel Mediterraneo Orientale “allo scopo di rafforzare manovre congiunte, collaborazione nella difesa aerea, atterraggio di elicotteri da sbarco e di elevare nell’area il livello di compatibilità operativa tra le flotte dei due paesi. 

Caos creativo
S’è fatto tardi e lungo. Volevo parlare ancora della Tailandia, dove “il manifesto”, coerentemente, si schiera accanto al regime di Yingluck Shinawatra, sorella e burattino dell’ex-premier miliardarioThaksin e delle sue “camice rosse” e contro le “camice gialle”. Costretto alla fuga negli Emirati da uno tsunami di processi per corruzione e devastazione sociale,Thaksin continua a sgovernare neoliberisticamente il paese, nel pieno appoggio degli Usa, con la controfigura cara alle nostrane ginocrate. Il “manifesto” sta dalla parte della coppia. Non credo suggestionato tanto dal rosso – ormai ! - delle milizie governative, quanto dal fatto che la base di consenso della coppia di ladroni filo-yankee si trova tra i contadini poveri e arretrati del Nord, mentre gli oppositori gialli, che da mesi assediano il regime a costo di essere ripetutamente sparati, non solo sono gialli, ma si tratta di studenti, professionisti, élite intellettuale laica, giuristi, ceto medio urbano. Il re, carica puramente formale, ma, in Tailandia, dotato di grande valore morale, viene accusato di stare con i rivoltosi. E l’esercito pure. Ne consegue, per i nostri sinistri, che, a termini  di lotta di classe, tocca stare con gli Shinawatra. Comprendiamoli, Laura Boldrini dixit

In difesa dell’assetto esistente sono accorsi Otpor, mercenari dai paesi confinanti, “consiglieri” Cia. Si attende la Bonino. Male che vada, c’è la dispersione del paese nel caos creativo. La situazione si presta: musulmani e buddisti, ricchi e poveri.. Nella stampa occidentale comincia ad apparire il solito rponostico: “guerra civile”.

E anche dell’Egitto volevo dire qualcosa. La manifesta alleanza Egitto-Arabia Saudita, quella, opposta, Fratelli Musulmani-Usa-UE con, nel “manifesto”, il Fratello Acconcia confondono le idee. Tanto più che il leader egiziano, generale Al Sisi, civetta con la Russia, ha aperto alla Cina e si vede sospendere le consegne di armi da Washington. Ci vuole calma e gesso. Con cui annotare poi sulla lavagna gli sviluppi. Un buon indicatore può essere il fatto che l’intero cucuzzaro mediatico, con il “manifesto” il più fico del bigoncio, insiste a lamentare la cacciata  del “Morsi democraticamente eletto” e del “primo governo democratico d’Egitto”. Di democratico l’integralista Morsi, arrogatosi poteri dittatoriali a scapito di tutte le istituzioni e della sovranità del popolo aveva niente. E neppure ne avevano le elezioni truccate, dove energumeni barbuti sorvegliavano e minacciavano i votanti. E neppure di sociale, visto il fallimentare proseguo dell’ultraliberismo coloniale, con la simultanea proibizione degli scioperi e repressione delle manifestazioni. Ora la fratellanza, qui come in tutto l’arco dalla Turchia all’Algeria, è tornata alle maniere forti dell’epoca di Sadat. Terrorismo bombarolo e guerriglia armata dal Sinai al Delta, mentre l’oltre 90% della popolazione approva il referendum indetto dal governo di transizione. Una costituzione laica redatta da giuristi ed esponenti della società civile, che sta a quella precedente di Morsi, boicottata dalla maggioranza nel referendum, come il proporzionale sta alla legge elettorale Renzusconi.  Caos Creativo



Devo diradare un po’ i miei interventi per via della corsa a finire il docufilm “Guerra all’Italia - No Tav No Muos partigiani 2000”.  Ci sentiamo.

25 commenti:

Anonimo ha detto...

Temo che l'obiettivo dell'impero anglo-americano, finanziariamente in bancarotta, sia il first strike termonucleare contro le potenze euro-asiatiche in crescita. Cercano solo l'occasione per il lancio. Hanno circondato Russia e Cina con radar e basi missilistiche. Seminano zizzania, caos, divisione.
Pensano di poter vincere, di neutralizzare la risposta avversaria. Anche se poi l'inverno nucleare ucciderebbe gran parte se non tutta l'umanità.
Un impero morente che vuole portarsi dietro tutto e tutti.

Anonimo ha detto...

Scusa Fulvio, non ti puoi clonare?

Con affetto!!

alex1 ha detto...

Non per voler essere catastrofisti, ma penso che, se dovesse proseguire il calo dei paesi del Brics (calo del 2% della crescita) e con il prevedibile rientro di molti capitali occidentali da quei paesi, se non proprio un attacco nucleare, si verificherà un innalzamento del livello dello scontro verso questi paesi, quanto meno nel fargli terra bruciata attorno con guerre e riarmo, come accadde negli anni immediatamente susseguenti alla caduta del muro, quando l'occidente imperialista pensava di aver già ottenuto una vittoria definitiva sul resto del mondo. Giovedì notte, dovendo aspettare per tornare a casa sentivo per radio (forse Radio uno notte) un'intervista ad una rappresentante italiana all'ONU (Credo alla cooperazione oppure ai diritti umani) che parlava con astio e preoccupazione degli accordi di potenze terze, Cina in particolare, con molti paesi africani. Dava la colpa al fatto che la Cina non si faceva scrupolo a "fare affari con regimi dittatoriali" come quello di Mugabe e che per "propaganda" aveva gia da anni costruito infrastrutture come dighe e centrali elettriche quasi gratis in Zambia ed in altri paesi. Alla domanda del perchè l'Europa fosse rimasta indietro negli investimenti, tale rappresentante rispondeva che è necessario investire più nella "democraticizzazione e nello sviluppo dei diritti umani in Africa". Che io ho interpretato come favorire il rovesciamento di quegli Stati e quei "regimi dittatoriali" che preferiscono accordi commerciali con altre potenze emergenti e favorire quelli "più democratici" che ingoino accordi capestro con le multinazionali UE ed occidentali.

rossoallosso ha detto...

che puttanate ci tocca leggere anche su siti apparentemente "insospettabili"di comunanza con l'impero,dopo una bella disamina sugli eventi in Ucraina se ne escono con un articolo sugli "opositori rapiti e torturati" da misteriosi servizi segreti naturalmente russi,russi così idioti da torturare persone e poi rilasciarle, praticamente un'autodenuncia.
vero è che la mamma degli stolti è sempre incinta ma cazzo c'è un limite

Fulvio ha detto...

Grazie per gli intelligenti commenti e arricchimenti. A Anonimo rispondo che basto e avanzo io. Figuriamoci che palle se ci fosse un altro a sparare ulteriori pipponi.

Anonimo ha detto...

non ci posso credere !!
che faccia tosta !

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2014/02/06/Siria-40mila-jihadisti-stranieri-al-Assad_10022986.html

Mauro Murta ha detto...

Proprio quando le notizie sulla resistenza verde in Libia cominciavano a non essere più occultabili, sul Ratto Quotidiano usciva questo "scoop" di grande giornalismo:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01/27/gheddafi-stuprava-minorenni-nelle-stanze-segrete-jacuzzi-film-porno-e-aborti/859433/

Massimo ha detto...

Ciao Fulvio, articolo ineccepibile, ormai sei diventato un mio appuntamento fisso, spero che non dovrò attendere molto per un nuovo tuo intervento.

Fulvio ha detto...

Mauro Murta@
Vero, ma questa roba era già circolata per merito di HRW al tempo dell'irruzione nella residenza di Gheddafi. Inutile agevolarne ulteriormente la diffusione, non ti pare?

Massimo ha detto...

Grazie Fulvio di questi tuoi periodici interventi, sono come una boccata d'ossigeno puro in mezzo ai miasmi maleodoranti e fetidi della propaganda di regime interna e internazionale che siamo costretti a sorbirci ogni giorno dai nostri vergognosi media mainstream.
Mi auguro che per il prossimo tuo intervento non dovremo attendere molto.
Un saluto caloroso.

Massimo Ceci

sacrabolt ha detto...

Sui pugili cripto-Cia, una truffatrice d’alto bordo in carcere ecc. di sei dimenticato la ballerinacantante porno-soft: non ci volevo credere, ma anche lei a colloquio con quel kerry che ha evitato invece l'incontro con il ministro degli esteri in programma.


altra cosa, la scabrosa telefonata tra in due funzionari USA Nuland e Pyatt, messa su youtube con il giusto titolo di "marionette di maidan": mentre in rete ne trovate la trascrizione interessantissima ( http://t.co/YeMpXdJ9kY ma in inglese ), il corriere dei fessi, agi e compagnia bella del giornalismo italiano passano la notizia perchè c'è la gaffe "fuck the EU" e, naturalmente, una presunta colpa dei "russi", come se rivelare le strategie criminali e di ingerenza fosse criticabile.

Anonimo ha detto...

dittatori sanguinari
http://tinyurl.com/ofe6msv

sacrabolt ha detto...

dimenticavo di citare la ballerina porno-soft ukraina che kerry ha tenuto ad avere a colloquio dopo il pugile. lo pseudo intellettuale ed il berluscoide: si chiama Ruslana Lyzhychko... andatevi a vedere la pagina wikipedia inglese, in particolare la sezione "social commitment". si trattada di una santa teresa di calcutta, ma procace, disponibile, ecologista, caritatevole.

che senso ha tutto questo circo? è il nuovo metodo di consenso e nonostante sembri una cagata va tenuto d'occhio.

alex1 ha detto...

Avete notato come la giustizia ad orologeria funziona anche per Grillo? Nove mesi richiesti per essere entrato in una casupola che avrebbe forse I sigilli messi, piu' l'accusa di "inviti alla diserzione per gli agenti" solo per aver detto di non manganellare la gente comune ed I buoni padre di famiglia. Inoltre a proposito di polizia repressive ucraina, che dale immagini si limita a tentare di proteggersi con gli scudi dale feroci mazzate dei "pacifici manifestanti" e dalle bombe incendiarie, credo che in Italia si possa aprire una stagione in cui la repressione verso chi "non ci sta" possa fare un salto di qualita' con una caccia generalizzata al "violento", "eversivo", "stupratore","ndranghetista" (avete notato anche la campagna della stampa contro la madre del detenuto evaso?).
Intanto si accusano i "servizi segreti russi" per uno scoop sull'ambasciatrice USA a Kiev che auspica un "regime change" in chiave antirussa. Ci voleva proprio un astuto lavoro di intelligence per fare capire una verita' cosi' ovvia?

alex1 ha detto...

In Bosnia intanto ci sono delle proteste, forse la popolazione di Saraievo ne ha abbastanza delle vessazioni di quell regime Jihaddista dei musulmani "buoni" insediato a suon di bombe ed embarghi contro I cattivi che non ci stavano (serbi,cacciati a forza in nome della pace e della multietnicita' ovviamente, ma anche altri musulmani, laici e minoranze). Sembrava che nonostante la disoccupazione venivano costruite nuove moschee in continuazione, la rivolta e' dovuta solo al fatto che sono finite I soldi dale petromonarchie o perche'la gente non ce la fa piu' di essere sotto il tallone degli islamici senza prospettiva di vita decente?

rossoallosso ha detto...

dopo essersi ripetutamente dichiarati innocenti le ultime esternazioni dei due marò paiono come una implicita ammissione di colpa scusandosi per la sorte dei due pescatori , unica loro preoccupazione rimane l'accusa di terrorismo,accusa che gli fa molto male,forse perchè implica la pena di morte?

Che dovrebbero dire allora i valsusini che da anni lottano contro la devastazione della loro valle senza aver mai ucciso nessuno ma a loro volta accusati di terrorismo da quello stesso Stato che si ostina a difendere due assassini?

Anonimo ha detto...

- chissà perchè a sarajevo hanno devastato l'archivio statale, mi ricorda altre situazioni simili da quelle parti (cancellare il passato !)
- ma i giudici spagnoli sanno quello che è successo in iraq, indonesia, libia, afghanistan, palestina, ecc ?? o conoscono solo la storia che gli viene rccontata da fonti interessate !

Anonimo ha detto...

Bosnia. le richieste dei gruppi di tuzla bihac e sarajevo sono più o meno le stesse:
dimissioni del governo; governo tecnico composto da rappresentati che mai si sono mescolati ai precedenti;
riaprire le fabbriche (chiuse dopo essere state privatizzate) e ridiscutere la loro privatizzazione;
eliminare i privilegi della classse politica;
e qui c'è odor di Yugoslavia... allineare il loro stipendio a quello dei lavoratori;
togliere lo stipendio a fine incarico politico.

L'agenzia ANSA non conosce questi "dettagli", ma in qualche modo sa che venivano distribuite anfetamine tra i rivoltosi.

alex1 ha detto...

Domani il nazionalismo raggiunge il top con il "giorno della memoria". Pubblicita' senza ritegno all'opera di Cristicchi,ma mai che si fosse accennato alle violenze ed ai massacri degli italiani ai danni degli slavi e dei dalmati negli anni precedenti "l'esodo". Mai dai tempi di "profondo Nord" (conduttore Lerner)in televisione non si teneva un dibattito in cui le varie interpretazioni si confrontavano. L'ANPI aveva spesso difeso le ragioni dei partigiani, smontando quell'insieme di verita' e miti gestiti in chiave "patriottarda" per coprire le colpe del regime italiano ("italiani brava gente"). Adesso non so se con il "democratically correct" (d'altra parte i partigiani erano per lo piu' "non democratici")promosso da quasi tutta la sinistra da PD, CGIL fino a SEL e simili,ci saranno voci dissenzienti (il Manifesto di dieci anni fa si era ancora timidamente distaccato da questa strumentale celebrazione). Difendere senza ideologismi ma con la forza della verita' la memoria storica dal bieco e strumntale revisionismo storico in chiave sciovinista e dai suoi subdoli filtri mediatici e' un compito importante verso le nuove generazioni.

rossoallosso ha detto...

di Tsipras sinceramente ho capito poco,l'unica cosa è che per lui le cose stanno bene così solo un pò meno cattive,tipico arzigogolo socialdemocratico.fanculo

Anonimo ha detto...

gentile Fulvio e lettori tutti, se posso dare il mio contributo vorrei ricordare quello che molti sanno e che esiste un vero e proprio piano mondiale per un governo mondiale già ampiamente comunicato da persone su ricordate (Rockfeller).... questo piano da quello che ho letto in molti articoli, dovrebbe essere una definitiva società, economia, politica sostanzialmente uguale alla corporatocrazia che vada a demolire gli Stati nazionali come li conosciamo... il capitalismo globalizzato finanziario, causa di pressocheé quasi tutte le crisi mondiali economiche - sociali e anche militari, non sopporta più una politica democratica tipo XX secolo, vuole prendersi tutto, vuole decidere tutto... allora io non magnifico Russia e Cina che parliamoci chiaro non sono democratiche, semplicemente vedo che sono l'unico possibile contraltare ad un potere immenso dell'impero USA che possono permettere poi concretamente all'Europa di scegliere un proprio autonomo futuro... sbaglio? Semplifico? Se andiamo avanti così, parliamoci chiaro, gli USA militarmente si prenderanno tutto il mondo, già l'informazione mainstream non fa sapere tanti fatti e non critica, come se questo piano di governo mondiale è scontato... voi cosa ne pensate?

rossoallosso ha detto...

@Fulvio

ti mando questa Mail inviata da mio figlio al rappresentante sindacale ,solo per tua conoscenza non pretendo la pubblicazione ,mi chiedevo se sia giusto per un ragazzo di 22 anni che ha capito come gira il mondo non avere più sogni e giunti a questo punto che dire a chi si indigna per le foibe e i vari olocausti ad orologeria.

Non è forse il medesimo genocidio togliere sogni e speranze ad intere generazioni presenti e future implicitamente obbligandole ad un forzato esodo in cerca di una via di fuga?Che si inventeranno per lavarsi la coscienza una "giornata della memoria" per i profughi invisibili?

http://rossoallosso-lammazzacaff.blogspot.it/2014/02/email-spedita-da-opraio-ventiduenne.html

grazie per l'attenzione

beppino de zan

Fulvio ha detto...

rossoallosso@
Grazie della preziosa e struggente testimonianza di tuo figlio. Mettila su FB. Per questo blog penso che sia un po' lungo come contributo e anche molto specifico rispetto alle tematiche qui trattate. Se i nostri interlocutori sono interessati e mi mandano il loro indirizzo email, glielo inoltro volentieri.

annapaola ha detto...

uauuu...sono capitata x caso in questo blog. Devo ammettere che se prima avevo le idee confuse adesso sto affogando dentro tutte queste informazioni. Vi chiedo scusa, ma non sarebbe possibile affrontare un argomento alla volta? Devo precisare che non vuole essere una critica, è solo un'osservazione visto che i commenti che ho letto, appaiono piuttosto superficiali, atti soprattutto ad incensare l'articolista. Un'osservazione attraverso un'inciso. In data 10 febbraio eravamo già in allarme ebola, a cosa servono queste riflessioni una volta che questa strage verrà effettuata? Solo per sapere... penso si debbano dare delle priorità signor Fulvio, anche se ammetto che lei mi sembra veramente....grande. Con stima e rispetto Annapaola (spero di non averlo offeso, consideri che posso essere sua madre, anche sua nonna, quindi la testa è quella che è) Di nuovo, buona giornata

annapaola ha detto...

uauuu...sono capitata x caso in questo blog. Devo ammettere che se prima avevo le idee confuse adesso sto affogando dentro tutte queste informazioni. Vi chiedo scusa, ma non sarebbe possibile affrontare un argomento alla volta? Devo precisare che non vuole essere una critica, è solo un'osservazione visto che i commenti che ho letto, appaiono piuttosto superficiali, atti soprattutto ad incensare l'articolista. Un'osservazione attraverso un'inciso. In data 10 febbraio eravamo già in allarme ebola, a cosa servono queste riflessioni una volta che questa strage verrà effettuata? Solo per sapere... penso si debbano dare delle priorità signor Fulvio, anche se ammetto che lei mi sembra veramente....grande. Con stima e rispetto Annapaola (spero di non averlo offeso, consideri che posso essere sua madre, anche sua nonna, quindi la testa è quella che è) Di nuovo, buona giornata