giovedì 27 agosto 2015

IL GRANDE CINEMA: stuntmen in Belgio, Horror a Roma, pornofreaks a Rimini, Noir ad Atene, giallo a Bangkok

I



 “Sono qui per denunciare come Comunione e Liberazione sia la più potente lobby italiana. Finalizzata sempre e comunque a denaro e potere”. (Mattia Fantinati, deputato M5S, al Meeting di CL a Rimini)

Gran film d’azione in Belgio
E’ diventato il paese degli sbandieratori, l’Occidente, a giudicare dalla frequenza e dalla quantità di False Flags. Ricordate “Flags of our fathers” (Bandiere dei nostri padri), lo stupendo film anti-guerra di Clint Eastwood, in cui si smaschera il falso dei finti marines che issano una finta bandiera Usa sulla finta Iwo Jima? Quell’impresa, realizzata a posteriori in studio (come lo sbarco sulla Luna), ma diventata, nell’infinita credulità degli americani e loro succubi, l’icona dell’eroismo dei soldati Usa nella vittoria sui giapponesi. Una miserabile farsa a oscurare l’orrendo crimine di Hiroshima e Nagasaki. Una bandiera falsa da porre a capostipite di tutte le False Flags successive, dall’11/9 a Charlie Hebdo, quelle studiate sul libretto delle istruzioni Dall’incrociatore  “Maine” di Cuba a Pearl Harbour al Golfo del Tonchino”.

Ebbene, dall’arrampicata delle comparse vestite da marines su una Iwo Jima di cartapesta, all’annientamento di un terrorista musulmano, armato che neanche Mazinga, per mano di una troupe Nato, inevitabilmente composta da eroi statunitensi (dell’Aviazione e della Guardia Nazionale), britannici, francesi, la créme de la créme atlantica, il passo logico non è neanche di un millimetro. Un francese s’imbatte, nel cesso del treno Bruxelles-Parigi, in un straccione denutrito, scalzo, vestito di maglietta e calzoncini sporchi, da poco levatosi dal consueto giaciglio nei giardini davanti alla Gare du Midi. Entrambi, presi alla sprovvista, fanno aaaahrrrg! Ma il francese ne esce con un graffio da taglierino, che nelle successiva edizioni scompare. Come scompare il mitra con cui, dal cesso, il delinquente avrebbe sparato. Ricomparirà altrove. Non si sa come, taglio di ripresa, e ci si ritrova tutti nello scompartimento del terrorista, impegnati in una lotta furibonda, di quattro contro uno, con il concorso di passeggeri assortiti.

giovedì 20 agosto 2015

TRE SUONATORI, TRE SUONATI. Cap. 3. L'Iran e i suoi amici



Poi i governanti inventeranno basse bugie per dare la colpa al paese attaccato e ognuno sarà felice di queste falsità che placano la coscienza, le studierà diligentemente e rifiuterà di esaminare qualsiasi prova contraria. Così, un po’ per volta, convincerà se stesso che la guerra è giusta  e ringrazierà Dio per l’ottimo sonno di cui godrà dopo questo processo di grottesco auto-inganno”. (Mark Twain)
Prosegue la discesa agli inferi dei popoli cubano e greco. Qui, col terzo memorandum della Troika, il sicario locale conduce a termine sul suo paese la stessa missione che venne ordinata agli sgherri della Diaz a Genova, o ai narcopresidenti in Messico. Come Menem in Argentina, prima del default, si vende anche i cimiteri. quelli nei quali finiranno anzitempo i pensionati al minimo a cui, dopo il companatico s’è tagliato anche il pane. Chi pensate abbia comprato i 14 aeroporti greci? Ovvio, i concittadini di Merkel e Schaeuble, quelli che a forza di vendite di armamenti, imposti dalla Nato, hanno contribuito a creare lo smisurato debito greco. Fico, no? Da quando principi, papi e re si sono indebitati con le banche, che da lì in poi hanno prosperato fino al dominio planetario, per finanziare crociate predatorie, debito, banche e guerre vanno di pari passo. E se qualcuno non dovesse aver capito la lezione, tipo tutti quei greci in piedi che hanno votato No alla Troika, si convincerà, forse, a vedere affondare le proprie isole (in vendita quando saranno sgombre), e la propria terraferma, sotto uno tsunami di migranti. Vengono sradicati dalla Siria e dall’Afghanistan non solo per sgomberare quei luoghi e quelle risorse da popolazioni superflue, ma anche  per scaricarne il peso su quei pezzi d’Europa che già non ce la fanno più, risultano zavorra e su cui non sta bene, per ora, scaricare bombe o califfi.
Là, mentre a Guantanamo un prigioniero yemenita, Tariq Ba Odah, in sciopero della fame dal 2007, ma mantenuto in vita con la tortura dell’alimentazione forzata nasale, se ne sta andando all’altro mondo perché il suo corpo non è più in grado di assorbire nutrimento, per le vie e dai balconi della vicina Santiago e della lontana Avana, folle salutano la visita del “valoroso veterano del Vietnam” (!), John Kerry, inebriandosi dello sventolio di bandiere a stelle e strisce. Lui ha appena pilotato, per interposta persona s’intende, il cacciabombardiere che ha frantumato una festa matrimoniale a Kandahar e il drone che, “fallendo” il bersaglio Isis, ha sventrato un ospedale siriano. Ha anche da poco fatto arrivare qualche decina di milioni a terroristi venezuelani perché preparino gli Usa alla difesa da quella che per Obama “è la rara e straordinaria minaccia alla sicurezza degli Stati Uniti”. Loro, le folle, sembrano proprio quelle che a milionate incontravamo il 1. Maggio, fazzoletto rosso al collo, ad ascoltare Fidel e a gridare “Patria o muerte”, “Socialismo o muerte”, “Hasta la victoria siempre”. In greco si chiama di·sto·pì·a, la dislocazione di un viscere o di un tessuto dalla sua normale sede.
Oggi, però, ci occupiamo dell’Iran, terzo soggetto nella trilogia dei suonatori e suonati. Quello per il quale non tutti i giochi sembrano ancora fatti, diversamente da Cuba scintillante di stelle e strisce e dalla Grecia dove, però, da un spiraglio, almeno si vedono stelle e strisce bruciate in piazza. Hai visto mai. Ma partiamo dalla periferia della potenza regionale, là dove i propilei della Persia vengono investiti dal controcanto heavy metal di un imperialismo che a Tehran flauta la melodia della diplomazia e del disgelo. Nella scenetta obamiana del poliziotto cattivo e di quello buono, Siria, Iraq, Libano, Yemen, stanno all’Iran esattamente come Venezuela, Ecuador, Argentina, Bolivia, Nicaragua, stanno a Cuba. Lì si stupra, qui si minchiona. Politica del sorriso verso gli uni, desertificazione del quadro di solidarietà e amicizia nel quale questi sono collocati. Ti offro un bicchiere d’acqua, ma ti taglio l’acquedotto. E c’è chi ci casca.

venerdì 14 agosto 2015

TRE SUONATORI (Usa, UE, Nato), TRE SUONATI (Grecia, Cuba, Iran). CAP.2. CUBA




HASTA LA VICTORIA? NUNCA MAS

Questa è la seconda parte di quella che pomposamente chiameremo Trilogia dell’Idra a tre teste e dei suoi pasti nudi. Tocca a Cuba, l’episodio più sconvolgente se si pensa cosa è stata, per l’umanità migliore, la Cuba del Che, di Fidel, dei combattenti della Sierra, dei vincitori della Baia dei Porci, dell’irriducibile resistenza al cannibale del Nord, dei grandi della seconda generazione rivoluzionaria, come Perez Roque e Carlos Lage, cancellati con infamia perché oppositori della svolta che si andava sviluppando.

Quelli di “C’è vita a sinistra” camminano in mezzo al bosco, che è poi il 26-27% di cittadini italiani soprattutto di sinistra, accreditato ai 5Stelle, che formano l’unica opposizione effettiva a tutto ciò che la sinistra detesta e, aggirandosi con tanto di lampada di Diogene (“il manifesto”), continuano a chiedersi “dove sono gli alberi?” Per contrappasso, invece, continuano a inebriarsi di tronchi vigorosi e chiome rigogliose, dove sta imperversando un disboscamento selvaggio. Si parla di Cuba, di cui chi scrive è stato da sempre sostenitore militante (vedi i film “El camino del sol”, “Americas Reaparecidas”, “L’asse del bene”). Ma prima si parla del continente per il quale Cuba è stato il faro di resistenza  e l’innesco rivoluzionario per oltre mezzo secolo e che oggi è sotto il tiro del revanscismo colonialista Usa-UE a forza di terrorismo, complotti destabilizzatori, strangolamento economico, ricatti finanziari, sobillazione di minoranze.

mercoledì 12 agosto 2015

MIGRANTI: MOLTI PICCIONI CON UNA FAVA (USA-UE-NATO)



Per apprendere chi vi domina basta scoprire chi  non vi è permesso di criticare”. (Voltaire)

Ciò che pensiamo, o che conosciamo, o ciò in cui crediamo, alla fine dei conti produce pochi effetti. L’unico effetto viene da ciò che facciamo”. (John Ruskin)

All'origine -  e nessuno delle anime belle dell’integrazione (non ambita da nessuno) e del meticciato felice e dei piagnoni ipocriti che si stracciano le vesti sulla vera disperazione e sul vero maltrattamento dei migranti, a sinistra e destra, lo considera – c’è un’unica causa: le guerre militari ed economiche della cupola finanziaria e dei suoi tentacoli Usa, UE e Nato. E come deprecare l'allagamento della casa e assistere gli alluvionati senza pensare di chiudere il rubinetto e agevolare la volontà di ognuno di restare a casa sua, nella sua terra e cultura, tra la sua gente. Per prima cosa andrebbero denunziate e combattute le guerre dirette e di forze surrogate contro Stati sovrani ma disobbedienti all'Impero. Poi si dovrebbe evidenziare il doppio binario del sion-imperialismo: provocare migrazioni bibliche per sfoltire popolazioni e distruggere paesi e al tempo stesso cianciare di accoglienza e meticciato, con il bonus aggiuntivo Di riversarle sull'Europa, in particolare sulle sue componenti deboli, Grecia e Italia. Operazione finalizzata a destabilizzazione sociale, culturale, della coesione nazionale, di guerra tra poveri e scatafascio economico, a sfruttamento di lavoratori extracomunitari e di quelli autoctoni calmierati grazie ai primi e a intrecci politica-criminalità tipo mafia capitale.

giovedì 6 agosto 2015

USA,UE, NATO, TRE SUONATORI - GRECIA, CUBA, IRAN, TRE SUONATI. Cap. 1° Grecia


  
“Una volta raggiunta la dominazione globale e una volta che il successivo baccanale edonistico si spegne, il capitalismo globale imploderà. Per una serie di motivi, non per ultimi la mancanza di frontiere da infrangere e di nuovi mercati da sfruttare”. (Rosa Luxemburg)

“La ricerca della verità è la più nobile occupazione dell’uomo, la sua pubblicazione è un dovere”. (Anne Louise Germaine de Stael)

L’Occidente ha conquistato il mondo non per la superiorità di idee, valori, religione, ma per superiore applicazione della violenza organizzata. Gli occidentali se ne scordano spesso, i non-Occidentali mai. (Samueì Huntigton, “Lo scontro delle civiltà”)

A chi la RAI
Una nota fuori tema. Lo sguattero Renzi nel laboratorio in cui Frankenstein sviluppa il mostro tecnonazista, si sente al sicuro. Davanti alla porta il taumaturgo gli ha piazzato una guardia del corpo formidabile, Monica Maggiori, signora Bilderberg eTrilateral, embedded  a stelle e strisce in tutte le guerre militari e mediatiche, dall’Iraq all’Iran, fallimentare direttrice di RaiNews24 e perciò presidente Rai. Madre di tutti i cicisbei, gigolò e mignotte con cui Renzi si è assicurato il controllo e il perfezionamento del bisturi che al suo maestro serve per le lobotomizzazioni di massa.

L’idra e i tre pasti nudi
Nel giro di un mese l’Idra a tre teste, Usa-Ue-Nato, con il corpo e gli organi vitali radicati a Wall Street, ha consumato tre pasti nudi (Violenza e devianza dell’immaginazione. William Burroughs).Tre bocconi di considerevole peso strategico, tanto da aver mutato a favore delle trimurti l’intero equilibrio geopolitico tra Atlantico-Mediterraneo e Asia.Tre grossi gradini nell'escalation verso l'attacco all’obiettivo centrale, storico, strategico, la Russia di Putin. E, come è nella logica delle larghissime intese, al plauso al nuovo Obama, passato dal ghigno truce delle sue sette guerre (tre di Bush più quattro sue), al sorriso benevolo da guru della diplomazia e dell’accordo negoziato, si è aggiunto, immancabile quando si tratta di celebrare l’unità di fondo della “comunità internazionale”, civile e democratica, l’incenso dei turiboli di “sinistra”. La Grecia, salvata alla e dalla famiglia europea, che, grazie al munifico Draghi (così Vendola), saprà volgere il knock out in rilancio e crescita; Cuba, che procede sulla strada verso il socialismo sugli scintillanti binari della privatizzazione e degli investimenti stranieri: l’Iran, liberato dall’ipoteca nucleare, che rientra nel concerto delle nazioni e aiuterà l’Occidente a debellare califfi e ogni altra turbolenza. Pur restando lo “Stato Canaglia, padre di tutti i terrorismi che sconvolgono la regione” (Generale Martin Dempsey, Capo di Stato Maggiore di tutte le Forze Usa), con opzione militare appena sgarrasse.